Cartella Tari arriva a una bimba di un anno: «Ma non era ancora nata»

Cartella Tari arriva a una bimba di un anno: «Ma non era ancora nata»
di Maria DE GIOVANNI
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Domenica 31 Dicembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 1 Gennaio, 22:05

Una vicenda surreale, si direbbe a tratti tragicomica, è accaduta a Cavallino ieri. È evidentemente un errore, ma la protagonista è una bambina di un anno appena, risultata già iscritta al registro dei debitori all’Agenzia delle Entrate. Destinataria di un accertamento per Tari non versata, relativa a un periodo in cui non era neppure venuta al mondo. L’importo non è stellare, ma neppure esiguo: circa 700 euro, comprese le sanzioni. Di certo, con l’anno nuovo, si dovrà provvedere - tra uffici, code e sportelli - a risolvere la questione.

La vicenda

Ricapitolando: nelle scorse ore la madre della piccola, una donna di Cavallino, si è vista recapitare una raccomandata intestata alla figlia. «Pensavo si trattasse della lettera della Asl per il vaccino che la bambina non aveva potuto fare nei giorni scorsi - racconta - la postina mi ha detto che per quel tipo di corrispondenza doveva firmare mia figlia.

Al che io ho fatto presente che la bambina non sa scrivere perché ha solo un anno. Ritirata la posta apro la busta trovandomi a leggere una ingiunzione di pagamento, la Tari di 658 euro, per il periodo 2018, cartelle inviate dall’ufficio Tributi del mio Comune. Debito insoluto da recuperare, secondo la lettera, in una casa che non è mia e che ho affittato lo scorso anno: per altro nel 2018, non ero lì. Il paradosso però è che le cartelle insolute sono intestate a mia figlia, con tanto di data di nascita, e la bimba ha solo un anno cosi come per altro riportato sulla documentazione inviata. Tuttavia risulta morosa di un debito Tari contratto quando lei non era ancora nata. Non ci potevo credere, assurdo tutto, un sacco di incongruenze anche riferite al nucleo famigliare, che sulla carta è di sei persone come riporta il fascicolo, mentre nella realtà no». La mamma, a tutela della bambina, a questo punto, ha telefonato subito all’ufficio comunale, ma si è sentita rispondere che doveva contattare un numero verde al quale la donna ha fatto decine e decine di chiamate, senza risolvere nulla. Per maggiori informazioni ha poi interpellato anche l’Agenzia delle entrate ed effettivamente la bambina di un anno è risultata iscritta nel registro dei non pagatori. La situazione si è fatta ancora più seria poi quando si è sentita dire che gli uffici comunali dei tributi erano chiusi a causa del Covid. «Che sia un errore è palese - spiega - ma per districarmi in questa situazione ho dovuto chiamare anche un avvocato che sta visionando tutta la documentazione. Ho avvisato anche il proprietario della casa a cui si fa riferimento, ma non posso negare che per tutta questa vicenda sono preoccupata e arrabbiata . Come si possono commettere tali errori? Sulle cartelle di pagamento è scritta la data di nascita di mia figlia, nata nel 2022, e si chiede di pagare per l’anno 2018. È inaudito tutto questo». La data di nascita (oltre ad essere desumibile dal codice fiscale) è riportata per esteso nelle cartelle di pagamento dell’Agenzia delle entrate, settembre 2022. 

Il regalo sgradito 

Un regalo sgradito, insomma, da qualsiasi prospettiva la si voglia vedere. Uno sbaglio, non c’è dubbio. Ma comunque la beffa, oltre il danno. Perché ora la donna potrebbe essere costretta a fare ricorso con aggravio di spese per cancellare dai database tale informazione. Senza contare la perdita di tempo, e il numero di telefonate fatte senza alcun esito o conforto. Senza che al momento venisse indicata alla donna una strada da percorrere per una soluzione rapida e indolore. La speranza, in definitiva, è che la questione, dopo le festività natalizie che senza dubbio riducono al lumicino il personale negli uffici, possa essere definitivamente risolta. E il debito cancellato alla bimba che a Babbo Natale aveva chiesto qualche giocattolo (e forse neppure, data l’età), non certo una cartella esattoriale. 

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