Tari, via libera l'aumento: da 5 a 25 euro in più in bolletta. Ecco chi pagherà di più

L'opposizione contro la Giunta Salvemini

Tari, via libera l'aumento: da 5 a 25 euro in più in bolletta. Ecco chi pagherà di più
di Stefania DE CESARE
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Giovedì 18 Maggio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 14:30

Dai 5 ai 25 euro in più all’anno in bolletta. In arrivo ritocchi (al rialzo) per le tariffe Tari. E a Palazzo Carafa scoppia la bagarre politica. L’opposizione attacca: «Con l'aumento l’amministrazione Salvemini spreme i leccesi». Secca la replica dell’assessore Christian Gnoni: «Aumenti minimi che non dipendono dal Comune di Lecce». È polemica a Palazzo di Città sulla tassa dei rifiuti

La Commissione

Ieri mattina in commissione Bilancio la maggioranza ha dato il via libera alla delibera per le tariffe Tari e le scadenze relative all’anno 2023. Una seduta movimentata con l’opposizione che, al momento del voto, ha abbandonato l’aula in segno di protesta. Motivo? La mancata approvazione di una mozione d’ordine con la quale la minoranza chiedeva di rimandare il voto in attesa di una seduta congiunta Controllo e Bilancio da convocare «per fare chiarezza». «Il punto di partenza per determinare le tariffe è il Piano economico finanziario del gestore del servizio di igiene urbana, nel nostro caso Monteco, che viene definito secondo criteri stabiliti da Arera e Ager – ha spiegato in commissione l’assessore ai Tributi Christian Gnoni -.

Fra il piano 2022 e il 2023 c’è un saldo in aumento di circa 450mila euro. Una volta che il piano viene validato dall’Autorità, compito degli uffici comunali è solo quello di procedere al calcolo delle tariffe per utenze domestiche e non domestiche in base a specifici coefficenti. È un calcolo matematico sul quale l’amministrazione non ha potere di scelta. Si tratta, comunque, di una differenza di pochi euro annui». 

L'assessore

In aula l’assessore ha illustrato alcuni esempi. Per quanto riguarda l’utenza domestica, un’abitazione di 130 metri quadri con 4 occupanti lo scorso anno versava 433 euro mentre nel 2023 pagherà 442 euro. Per le utenze non domestiche, uno studio professionale di circa 70 metri quadrati nel 2022 versava 486 euro mentre oggi dovrà pagarne 493 euro. «Occorre una verifica urgente» hanno ribadito in Aula i consiglieri di centrodestra.
«Come viene giustificato dal gestore l’aumento di circa 450mila euro? – ha chiesto Adriana Poli Bortone -. L’amministrazione controlla l’operato di Monteco? Se questo aumento di spesa è dettato da un aumento di servizi vorrei sapere quali sono». Un botta e risposta andato avanti anche fuori da Palazzo di Città. «I leccesi sono visti sempre più come limoni da spremere – hanno scritto in una nota -. Davanti alla consueta arroganza di un governo cittadino che conosce unicamente lo “sport” di aumentare le tasse (a fronte di un evidente peggioramento dei servizi), la minoranza ha abbandonato l’Aula lasciando così all’amministrazione la responsabilità di questa ulteriore tassazione». Secca la replica del Comune: «La minoranza crea inutili allarmismi – ha ribadito l’assessore Gnoni -. L’aumento delle tariffe non è una scelta politica ma deriva da un calcolo matematico. Parliamo di aumenti di pochi euro annui e nessuno sta “spremendo” i leccesi. L’amministrazione ha sempre dichiarato che, se tutti pagano i tributi e il gettito aumenta, è possibile operare delle riduzioni. Ed è quello che abbiamo fatto. Sul Canone Unico abbiamo stabilito che ci sarà una riduzione fino al 70% sulle tariffe dei passi carrabili. Inoltre abbiamo deciso di destinare i quasi 150mila euro di incentivi Ager per la raccolta differenziata che supera il 70% alla Tari sociale per le fasce deboli». 

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