Opere incompiute o mai realizzate: nello studio degli esperti del Politecnico di Milano anche parchi, scuole, servizi e complessi residenziali

Opere incompiute o mai realizzate: nello studio degli esperti del Politecnico di Milano anche parchi, scuole, servizi e complessi residenziali
di Stefania DE CESARE
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Martedì 1 Novembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 14:49

Opere incompiute o mai realizzate: nello studio degli esperti del Politecnico di Milano anche parchi, scuole, servizi e complessi residenziali. Oltre il 60% delle previsioni sono state inattuate, con comparti residenziali e attrezzature di uso pubblico mai realizzati. Risultato? Scarsa dotazione di servizi, parchi e scuole in tutti i quartieri. Male anche la progettazione delle infrastrutture viarie, ben al di sotto di quelle prefissate, con problemi di accessibilità in alcune zone della città. A 33 anni dalla sua adozione, il Piano regolatore generale (Prg) di Lecce – adottato nel 1983 e approvato nel 1989, dopo un processo di redazione lungo sedici anni (dal 1973) - ad oggi risulta un contenitore di opere incompiute e di strategie mancate. 

I dati

Un bilancio in negativo considerando gli obiettivi che lo stesso strumento si era prefissato: dallo sviluppo edilizio al recupero di immobili del patrimonio esistente; dall’aumento della dotazione dei servizi e attrezzature di uso pubblico, alla razionalizzazione del traffico urbano, mediante potenziamento viabilità urbana, alla salvaguardia dell’ambiente naturale e paesaggistico. I dati emergono dallo studio portato avanti dal gruppo formato dai professionisti del DAStU-Politecnico di Milano, incaricato nel dicembre 2021 dall’amministrazione comunale di svolgere attività di supporto tecnico-scientifico finalizzato alla redazione del Piano urbanistico generale (Pug), insieme all’ufficio di Piano del Comune di Lecce. Dal documento di sintesi, prodotto dal gruppo rispetto alle attività svolte tra maggio e luglio, emerge una fotografia del territorio urbano attuale ben diversa da quella immaginata dal piano in vigore. 
Negli ultimi trent’anni su 86 comparti edificatori (ovvero gli ambiti territoriali minimi entro cui l’intervento edilizio deve essere realizzato in modo unitario) il 60,65% delle previsioni non è stato attuato: oltre 3 milioni e 500 metri quadri, una superficie pari a cinque volte l’estensione del centro storico. Solo il 21,70% ha visto la luce, mentre il 17,64% è in corso di attuazione. Significativi i dati per le zone F ovvero quelle destinate ad attrezzature e servizi di interesse generale (come scuole di infanzia e obbligo; attrezzature civili e religiose; verde attrezzato e sportivo; attrezzature sanitarie e ricettive). Dall’analisi generale risulta che il 71,48% delle zone F non è stato mai portato a termine contro il 28,52% di opere compiute.

Ancora più negativi i dati relativi allo stato di attuazione delle zone F nei singoli quartieri: il totale non attuato è pari al 66,65% rispetto al 33,35% realizzato. A Lecce il rapporto tra metri quadrati di attrezzature e servizi per abitante nei diversi quartieri, frazioni e borghi è pari a 11,61 (34,81 l’obiettivo fissato dal Prg) che risulta inferiore rispetto al minimo previsto dalla legge ovvero 18 mq/abitanti. “Questo – si legge nello studio – rispecchia in generale la bassa qualità e la scarsa dotazione di servizi, in particolare di aree verdi, in tutti i quartieri della città, e le difficoltà legate soprattutto all’attuazione delle previsione del Prg che sovradimensionava sia i comparti edificatori che le previsioni di zone F, si cui solo una parte era legata alla loro attuazione, invece, il resto delle previsioni doveva essere reperito solo con il vincolo preordinato all’esproprio e quindi un’attuazione condizionata esclusivamente alla disponibilità delle risorse pubbliche”. 

Le percentuali di insediamento

Per quanto riguarda le zone D (insediamenti industriali, artigianali, commerciali e direzionali) lo studio ha rilevato che quasi la metà (44,36%) delle opere di espansione non sono state attuate. Le previsioni del Prg, come sottolinea il gruppo di lavoro, erano sbagliate a monte, anche in virtù del fatto che “parte del progetto di Piano (comparti e zone F) erano previste su aree già compromesse della città e quindi di difficile attuazione”. Anche le opere viabilistiche sono state in larga parte disattese: 450mila metri quadri mai realizzati contro i 219mila metri quadrati portati a termine, la maggior parte compiuti in variante, con soluzioni più contenute e meno impattanti rispetto alle “grandi infrastrutture” disegnate dal Prg. “Ad esempio la strada provinciale 133 tra Frigole e San Cataldo – si legge nel documento - oggi è realizzata secondo un anello di riammagliamento esclusivamente attorno all’area militare di Torre Veneri. Oggi si riscontra una scarsa qualità di strade urbane molto spesso caratterizzate da sezioni molto ampie e povere di materiali urbani vegetali, quindi poco vivibili, e che la mancata attuazione di alcune infrastrutture varie previste dal Prg comporta ancora oggi fratture e problemi di accessibilità in alcuni quartieri”. Nel Prg, quindi, emerge un residuo importante di opere irrealizzate che, se sviluppato, potrebbe generare in linea teorica ben 9.277 nuovi abitanti. Tutti dati che il nuovo Pug dovrà tenere conto per permettere uno sviluppo corretto e omogeneo della città. 

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