Dopo l'arresto il giudice Savasta collabora: «Accuse fondate»

Dopo l'arresto il giudice Savasta collabora: «Accuse fondate»
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Giovedì 7 Febbraio 2019, 12:13 - Ultimo aggiornamento: 12:49
Sta ammettendo le accuse che il 14 gennaio gli sono costate l'arresto, il magistrato Antonio Savasta, 53 anni, di Barletta, ex pubblico ministero della Procura di Trani prima del trasferimento a Roma per ricoprire l'incarico di giudice civile. I verbali di questa collaborazione sono stati depositati al Tribunale del Riesame di Lecce che domani valuterà l'istanza di annullamento della misura in carcere presentata dai legali dell'altro magistrato coinvolto in questa vicenda, Michele Nardi, 52 anni di Trani, dove ha svolto le funzioni di giudice prima del trasferimento alla Procura di Roma.

Assistito dagli avvocati Massimo Manfreda e Guido Calvi, Savasta è stato interrogato dal capo della Procura di Lecce, Leonardo Leone de Castris e dal sostituto Roberta Licci, sui fatti di corruzione in atti giudiziari a favore dell'imprenditore Flavio D'Introno, 45 anni, di Barletta. Ed in particolare sugli oltre due milioni di euro in tangenti, anche sotto forma di viaggia Dubai e lavori di ristrutturazione da centinaia di migliai di euro,  un orologio Rolex Daytona da 37mila euro che avrebbe versato in gran parte a Nardi ed allo stesso Savasta per allontanare la possibilità di essere condannato nel processo che gli ha contestato l'accusa di usura costatogli poi sette anni e mezzo di reclusione in primo grado.

Savatsa, è lecito attendersia  questo punto, sarà chiamato a rispondere anche delle contetazioni di cui rispondono gli altri indagati nell'inchiesta della Procura di Lecce e dei carabinieri della Compagnia di Bartletta: l'imprenditore degli outlet Luigi Dagostino, 51 anni, di Fasano, ex socio di Tiziano Renzi; l'ispettore di polizia Vincenzo Di Chiaro, accusato di essere il braccio operativo del piano ordito dai due magistrati per salvare l'imprenditore D'Introno dalla condanna, nonchè dai processi civili e tributari (accuse amnmesse nel corso dell'interrogatorio); gli avvocati Ruggiero Sfrecola e Simona Cuomo, 53 e 42 anni, di Barletta e di Bari, colpiti dalla misura interdittiva di un anno dalla professione emessa dal giudice della misura, il gip Giovanni Gallo (stessa misura per Dagostino).
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