«Giustizia svenduta»: chiesti 19 anni per il pm Michele Nardi col sequestro di 9 milioni e mezzo di euro. Le presunte mazzette: viaggi, orologi e anche una villa

Il collegio giudicante
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Mercoledì 11 Novembre 2020, 17:05 - Ultimo aggiornamento: 19:13

Un intero pomeriggio, una serata ed una mattinata, per un totale di quasi 16 ore di requisitoria nel processo che accusa l'ex pubblico ministero della Procura di Trani, Michele Nardi, 53 anni, di avere svenduto la giustizia in cambio di denaro, viaggi, lavori di ristrutturazione ed altro ancora. I sostituti procuratore di Lecce Roberta Licci ed Alessandro Prontera hanno chiesto di condannare Nardi a 19 anni e 10 mesi di reclusione. Le altre richieste presentate ai giudici della seconda sezione penale (presidente Pietro Baffa, relatore Valeria Fedele, a latere Silvia Saracino) hanno riguardato l'ispettore di polizia del Commissariato di Corato, Vincenzo Di Chiaro: 10 anni ed 8 mesi; Gianluigi Patruno: 5 anni e mezzo; Savino Zagaria, ex cognato del giudice Antonio Savasta (condannato a dieci anni di reclusione nel processo con rito abbreviato): 4 anni e mezzo; e l'avvocatessa Simona Cuomo: 6 anni e 4 mesi.

Le requisitorie hanno inoltre incluso la richiesta di confiscare complessivamente 9 milioni 425mila e 500 euro. Nel dettaglio 3.078.500 a Nardi, 2.173.000 a Di Chiaro ed altrettanti all'avvocatessa Cuomo, 1.117.000 a Zagaria e 284mila euro a Patruno.

L'equivalente - dal punto di vista dell'accusa - del denaro maneggiato illecitamente.

I magistrati coinvolti nei processi sono accusati, con gli altri imputati, di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari e falso. I fatti contestati fanno riferimento al periodo tra il 2014 e il 2018.
Sotto la lente degli inquirenti numerose cessioni di denaro, anche milionarie, finalizzate a modificare l’esito dei processi o a pilotare le inchieste. Si parla anche di regali costosi fatti dall’imprenditore a Nardi: un orologio Daytona da 34.500 euro e due diamanti da 27mila, un viaggio a Dubai da 10mila, la ristrutturazione della casa romana per 130mila euro e la costruzione della villa di Trani per 600mila euro. Poi ancora mazzette da 600mila euro pagate a Savasta, oltre a cene, regali di vario genere. Al momento dell’arresto Savasta e Nardi erano in servizio al Tribunale di Roma. I due magistrati sono anche accusati di aver promesso denaro all’imprenditore Flavio D'Introno, consigliandogli di non rivelare il sistema di cui aveva fatto parte. Gli avrebbero anche proposto di fuggire all’estero.

Si torna in aula domani, con le arringhe difensive degli avvocati di Patruno e di Zagaria.

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