Il Salento brucia ancora: a fuoco alberi e macchia

Il Salento brucia ancora: a fuoco alberi e macchia
di Maria Claudia MINERVA
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Martedì 3 Agosto 2021, 10:17 - Ultimo aggiornamento: 20:28

Il Salento brucia ancora. Lingue di fuoco che fin dai primi di giugno stanno divorando un territorio già sotto scacco della xylella, con danni inestimabili dal punto di vista ambientale.

La lunga scia di incendi

Gli ultimi roghi ieri a Sant'Isidoro, nella macchia mediterranea di Lido Ancora, a pochi metri dalla spiaggia piena di bagnanti, e a Santa Cesarea Terme, nei pressi della pineta Belvedere, in direzione Cerfignano, dove sono stati interessati campi incolti. A Sant'Isidoro l'allarme è scattato intorno alle 11.15: pare che le fiamme siano partite dalla spiaggetta di Santo Nicola, una caletta vicina al più noto arenile di Lido dell'Ancora e alla Torre di Sant'Isidoro, ricadente nel parco naturale regionale di Porto Selvaggio e Palude del Capitano. Il fuoco ha aggredito in pochi istanti la folta macchia mediterranea dell'area riducendola in cenere per una estensione di circa tremila metri quadrati.
Anche ieri è proseguita senza sosta l'attività degli equipaggi dei Canadair e degli elicotteri della flotta aerea dello Stato, coordinati dal Dipartimento della Protezione Civile, impegnati dalle prime luci del giorno nelle operazioni di spegnimento dei numerosi incendi boschivi per cui si è reso indispensabile il supporto aereo alle operazioni svolte dalle squadre a terra. Secondo i dati disponibili sono 30 le richieste di concorso aereo ricevute dal Centro Operativo Aereo Unificato (Coau) del Dipartimento, di cui 7 dalla Calabria, 6 dalla Sicilia, 4 dal Lazio, 3 dall'Abruzzo, 3 dal Molise, 3 dalla Campania, 2 dalla Basilicata e 2 dalla Puglia. L'intenso lavoro svolto dai piloti dei mezzi ha permesso di mettere sotto controllo o spegnere, finora, 12 roghi. Al momento, nonostante l'impiego di tutta la flotta, a un rogo non è stato possibile assegnare mezzi aerei e quindi le operazioni procedono solo via terra. Le attività di lancio di acqua e liquido ritardante ed estinguente proseguiranno finché le condizioni di luce consentiranno di operare in sicurezza.
Tanti i roghi che si sono sviluppati anche nei giorni scorsi. Il penultimo incendio, in ordine di tempo, domenica, quando ha prendere fuoco è stato il bosco Li Lei di Lizzanello, una fitta lecceta spontanea e secolare, dove, tra ulivi e caratteristici sentieri, è custodita una ricchissima biodiversità. L'incendio ha interessato uno dei posti più incantevoli della provincia. Intorno alle 23 sul posto per spegnere i focolai, ancora una volta i vigili del fuoco e gli uomini di Federcaccia sezione Lecce. Incendi, sempre domenica, anche nelle marine di Lecce, tra Frigole e Torre Chianca.
Appena due giorni fa divorati pure 15 ettari di uliveti ad Ugento. È accaduto lungo la strada provinciale 325 che collega il Comune salentino a Salve. Le fiamme alimentate dalle temperature superiori ai 40 gradi sono andate avanti per ore e hanno devastato l'ennesimo appezzamento di terreno in un'estate da dimenticare sul fronte incendi nella zona.
Incendi ovunque, si diceva. Dai Paduli al Ciolo, passando per gli Alimini: le fiamme stanno distruggendo tutto. Mai come quest'anno, si ricordano roghi così frequenti e di immense dimensioni. Nei giorni scorsi, fiamme anche lungo la tangenziale Ovest di Lecce, all'altezza dell'uscita per Monteroni, dove sterpaglie e alberi sono stati inceneriti. Identica emergenza al Ciolo, vicino a Santa Maria di Leuca, uno degli angoli più belli e suggestivi della provincia. Anche agli Alimini - una settimana fa scenario di un rogo durato due giorni e che ha devastato ettari ed ettari di pineta e macchia mediterranea - il fuoco ha ripreso a bruciare. E l'imprenditore olivicolo Renato Congedi, titolare dell'omonima azienda, lancia anche l'allarme inquinamento. «Ad Ugento sono andati in fumo 80 ettari insieme ad impianti irrigui vecchi (polietilene). Ma il rischio d'inquinamento va ben oltre l'incendio della pianta d'ulivo, un brand di veleni di cui nessuno parla».

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