«Il Castromediano diventerà museo statale»

Una delle sale del museo Castromediano a Lecce
Una delle sale del museo Castromediano a Lecce
di Paola COLACI
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Sabato 7 Maggio 2016, 06:51 - Ultimo aggiornamento: 14:11
«Il Sigismondo Castromediano inserito tra i musei statali e nel Polo museale della Puglia». E il sottosegretario al Ministero per i Beni e le Attività Culturali Dorina Bianchi riaccende le speranze di “nuova vita” per il museo provinciale. Nelle scorse ore il sottosegretario al dicastero guidato da Dario Franceschini in Commissione Cultura ha risposto per iscritto a un’interrogazione presentata a settembre scorso dai senatori grillini Maurizio Buccarella e Daniela Donno. Gli onorevoli del Movimento Cinque Stelle, all’indomani della scoperta di una statua della dea Atena a Castro, avevano sottolineato come Lecce e il Salento continuino a collezionare reperti archeologici straordinarie. «Il Sigismondo Castromediano può ritornare ad essere un centro di promozione culturale e di educazione alla comprensione della storia e alla bellezza del patrimonio dell'antica terra d'Otranto: diventi museo nazionale», avevano sollecitato nella loro interrogazione a Franceschini. Un atto dettato dall’esigenza di strappare il contenitore di storia e arte più antico di Puglia dalla morsa della sporcizia e del degrado.

La Provincia di Lecce che è proprietaria del museo, infatti, nel giro in due anni ha assistito impotente al prosciugamento delle sue casse a causa della Riforma Delrio e delle Leggi di Stabilità. Combinati disposti che, nelle intenzioni, miravano a ridimensionare Palazzo dei Celestini ad ente di secondo livello. Nei fatti, però, l’ente non ha più avuto i soldi per gestire servizi e funzioni territoriali. Compreso il settore della Cultura.
 
E a pagarne le spese è stato anche il “Sigismondo Castromediano” che rischia di “sgretolarsi” sotto i colpi della cura dimagrante imposta dallo Stato. La macchina salentina dei servizi ormai si è inceppata e ai turisti e ai visitatori del museo che continuano a varcare la soglia a caccia di storia e preistoria, spesso è stato offerto uno spettacolo degradante di incuria e sporcizia.
Sebbene il l’emergenza “pulizie” nei mesi passati sia stata risolta, ad oggi la carenza di personale addetto alla struttura continua a far sentire i suoi effetti negativi in termini di servizi agli utenti. Ecco perché i due onorevoli salentini si sono rivolti a Franceschini. «Chiediamo al Ministro – avevano scritto - quali iniziative intenda adottare affinché, il polo museale di Lecce possa essere valorizzato e se intende valutare la possibilità di inserirlo fra i musei statali e di interesse nazionale all'interno del polo museale regionale dello Stato». A distanza di alcuni mesi, la risposta della Bianchi.

«Consideriamo con la massima attenzione la possibilità di acquisire il Museo provinciale di Lecce e di inserirlo tra i musei statali facendolo rientrare nel Polo museale della Puglia. Si tratterebbe, comunque, di un intervento complesso», ha detto il sottosegretario al MiBact nelle scorse ore rispondendo per iscritto agli onorevoli grillini in sede di Commissione Cultura al Senato. Un intervento che, se realizzato, garantirebbe comunque una serie di investimenti in grado di riportare il polo museale sulla ribalta del panorama culturale italiano. «Il Museo provinciale Sigismondo Castromediano, infatti, offre un patrimonio di grande interesse e di eccezionale valore documentario per il materiale che conserva – ha poi aggiunto - Si tratta di un centro unico per la conoscenza e la valorizzazione e la promozione del patrimonio culturale del Salento Meridionale». Buone intenzioni a parte, ora però si tratterà di capire se e quanto tempo ci vorrà prima che il “Castromediano” possa tirare un sospiro di sollievo.
 
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