Effetto domino sulle strutture:
in arrivo altri 13 “verdetti”

Effetto domino sulle strutture: in arrivo altri 13 “verdetti”
di Francesca SOZZO
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Venerdì 16 Febbraio 2018, 05:25 - Ultimo aggiornamento: 19:09
Altri cinque stabilimenti balneari da smontare. È accaduto a Gallipoli dando seguito ad altrettante sentenze del Consiglio di Stato quattro delle quali risalgono al 2012 e una al 2017. Ma pare siano solo le prime in calendario.
Lo aveva annunciato la Soprintendente Maria Piccarreta, numero uno della Soprintendenza di Lecce, Brindisi e Taranto in un documento in cui faceva chiarezza sulla ricognizione chiesta al Comuni proprio circa la situazione del mantenimento delle strutture balneari. «Il secondo grado, rappresentato dal Consiglio di Stato, ad oggi, su 24 sentenze appellate su richiesta della Soprintendenza, ha emesso 13 sentenze in cui, nella totalità dei casi ha ribaltato il giudizio, rendendo nuovamente valido il parere della Soprintendenza - ha scritto Piccarreta - . Gli altri 11 casi sono ancora in attesa di sentenza, ma risultano già tre ordinanze con analogo orientamento”.
«Sì - ammette Piccarreta - quei dati fanno riferimento a sentenze che del 2017» e riguardano altri Comuni costieri, non solo Gallipoli. Di fatto dunque potrebbero arrivare altre delibere di smontaggio delle strutture che andranno a “colpire” altre imprese dislocate sulla costa salentina. Si tratta di sentenze a cui ancora si deve dare esecuzione o che devono ancora essere state discusse. Di certo c’è che le determine del Comune di Gallipoli non hanno nulla a che vedere con la “ricognizione” richiesta dalla Soprintendenza.
Per amor di chiarezza, Piccarreta torna a spiegare che la Soprintendenza non ha mai detto «smontate» ha solo «chiesto una ricognizione ai Comuni», ente a cui spetta il controllo. «Io aspetto. Non ho sospeso nulla. Le determine di Gallipoli sono solo l’applicazione della legge di sentenze già emesse. Si sta solo mettendo in pratica quanto stabilito. E non spetta a noi. Sono i Comuni a rispondere eventualmente di mancato controllo».
E dunque i cinque stabilimenti gallipolini, “Punta della Suina” in località Li Foggi, Zeus-Mare Azzurro” e “Spiaggia Club” a Baia Verde, “Lido Rivabella” e “Lido La Bussola” a Spiaggiabella non saranno né i primi né gli ultimi.
Del mantenimento delle strutture si è discusso animatamente nelle scorse settimane dopo la richiesta da parte della Soprintendente ai Comuni di «avviare un’attività ricognitiva relativa alla legittimità delle strutture “smontabili” ricadenti nel territorio costiero di propria competenza». Un’attività “ricognitiva” riportata su cartografia con tanto di documentazione fotografica per verificare l’avvenuto smontaggio delle strutture che hanno permesso stagionale (praticamente quasi tutte) e la «specificazione degli estremi del titolo autorizzativo sotto il profilo paesaggistico di eventuali strutture rinvenute in situ». Una richiesta che fece saltare dalla sedia gli imprenditori salentini che hanno poi successivamente avuto modo di confrontarsi in Regione. «La ricognizione che avevamo chiesto - aveva dichiarato Piccarreta - non è stata completata da nessuno, anche perché la Soprintendenza non ha dato un termine perentorio entro cui rispondere».
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