Far west in zona Stadio: 36enne sparato alla bocca e accoltellato, perde la milza. Fermato uno dei sospettati: è un 19enne leccese

Le volanti in zona Stadio
Le volanti in zona Stadio
di Valeria BLANCO
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Mercoledì 8 Maggio 2019, 20:15 - Ultimo aggiornamento: 9 Maggio, 21:16
Un primo fermo c'è, dopo il tentato omicidio di Riccardo Savoia avvenuto nella serata di ieri in un condominio di via Macchiavelli, a Lecce. Nel primo pomeriggio è stato posto in stato di fermo di indiziato di delitto un giovane leccese di 19 anni, Maicol Signore, ritenuto responsabile anche di detenzione fini spaccio di cocaina. 

Secondo gli inquirenti, però, sarebbero almeno due gli aggressori di Riccardo Savoia, il 36enne che lotta fra la vita e la morte al Vito Fazzi di Lecce, ieri raggiunto da fendenti e colpi di pistola in tutto il corpo. Il giovane ha perso la milza. 

Nella notte è stato sottoposto a un intervento chirurgico per estrarre i proiettili: uno conficcato nel fianco, l'altro in testa. Quest'ultimo, però, è rimasto dov'era: troppo rischioso, per i medici, tentare di asportarlo. Savoia è in Rianimazione con prognosi riservata.

E' lui il 36enne colpito ieri con un'arma da taglio alla gola e con tre colpi d'arma da fuoco. Con il volto completamente coperto di sangue, cosciente ma sotto choc: così gli operatori del 118 lo hanno trovato, nel tardo pomeriggio di ieri. Un tentato omicidio in piena regola, quello che si è consumato ieri attorno alle 18 in via Macchiavelli, nel quartiere Stadio.

La chiamata alla centrale operativa del 113 è arrivata da qualcuno che evidentemente aveva visto qualcosa e che ha fornito ai poliziotti le indicazioni per trovare il giovane. All'arrivo dell'ambulanza del 118 e della polizia, il 36enne era a terra, riverso in una pozza di sangue sul terrazzo di un palazzo di sei piani. L'uomo non riusciva a muovere un ginocchio: difficile pensare che fino al sesto piano ci sia arrivato da solo.

Le tracce di sangue ritrovate nell'ascensore sembrerebbero far pensare che qualcuno, dopo averlo ferito gravemente, lo abbia portato su con la forza. Probabilmente aveva l'intenzione di gettarlo di peso sull'asfalto ma poi il piano, per chissà quali motivi, è fallito. Si tratta per ora soltanto di ipotesi che poi toccherà agli agenti delle Volanti e della Squadra Mobile verificare.

Intanto, già ieri i poliziotti hanno perlustrato la zona per ore, nel tentativo di ricostruire la dinamica di un ferimento che appare ancora piuttosto oscura. Gli agenti si sono soffermati molto su un locale al piano terra, poi hanno perlustrato l'ascensore e il terrazzo.

Altri hanno fatto un giro nel quartiere, per vedere se qualche abitazione privata o esercizio commerciale fosse dotato di videocamere da cui acquisire le immagini, sperando di trovare indizi utili. Altri ancora hanno ascoltato i residenti a caccia di testimoni, ma anche per capire se qualcuno avesse sentito rumori strani o visto movimenti sospetti. Le tracce sinora hanno portato al 19enne.

Intanto, l'uomo è stato trasportato in codice rosso e a sirene spiegate verso il Pronto Soccorso dell'ospedale Vito Fazzi di Lecce. Il 36enne, ancora lucido, ha raccontato ai medici che lo hanno sottoposto alla Tac di essere stato sparato o accoltellato: comprensibilmente sotto choc, non ha saputo dire con precisione cosa gli fosse capitato né chi gli volesse fare del male fino a vederlo morto. Non ricordava nulla: solo un dolore lancinante tanto da lasciarlo a terra, in una pozza di sangue.

L'uomo è stato sottoposto alla Tac e poi d'urgenza a un intervento chirurgico per estrargli un proiettile che gli era rimasto conficcato nel corpo. Si trova ora ricoverato nel reparto di Rianimazione con prognosi riservata.
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