Don Cesare Lodeserto, il sacerdote salentino a Chișinău: «Iniziati i bombardamenti»

Don Cesare Lodeserto, il sacerdote salentino a Chișinău: «Iniziati i bombardamenti»
di Alessandra LUPO
3 Minuti di Lettura
Giovedì 24 Febbraio 2022, 13:38 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 12:23

Dopo la lunga e controversa pagina del Centro di permanenza temporanea Regina Pacis di Melendugno, in provincia di Lecce, Don Cesare Lodeserto risiede dal 2007 in Moldavia, dove arrivò come inviato in missione fidei donum e oggi dirige la Fondazione intitolata Regina Pacis, come quella leccese, che opera anche in Ucraina, in Romania e in Transnistria. La struttura di Chișinău, città di cui il sacerdote è anche vicario della diocesi, dista in linea d’aria una quarantina di chilometri dalle zone di confine ucraine attaccate ieri dai russi. Una distanza che permette di guardare molto da vicino cosa sta accadendo oltre confine. Ieri il religioso leccese ha comunicato con una storia su Facebook l’inizio dei bombardamenti invitando alla preghiera per il popolo ucraino.

Lodeserto: «Solo quaranta chilometri dai bombardamenti»

«Ci troviamo a circa 40 chilometri da Odessa - spiega don Cesare Lodeserto -, che è stata attaccata questa mattina ma siamo ancora più vicini a un’altra area, la famosa Transnistria (ufficialmente Repubblica Moldava di Pridniestrov o Pridnestrovie) dove i russi controllano l’Ucraina da oriente.

Siamo praticamente immersi nella situazione. Ovviamente non siamo coinvolti nella parte bellica - prosegue - ma siamo coinvolti in quanto paese di prossimità con la guerra con tutto quello che ne consegue». In Moldavia è stato infatti chiuso lo spazio aereo e diverse vie d’uscita dal Paese ed è stato dichiarato lo stato di emergenza. «In più - prosegue il sacerdote salentino - abbiamo il problema dei profughi che in questo momento stanno arrivando in massa dall’Ucraina e per cui bisogna impegnarsi nel dare più aiuto possibile. In collaborazione con lo Stato faremo tutto ciò che c’è da fare. Se ne prevedono tantissimi, soprattutto in arrivo dal Sud dell’Ucraina perché da Nord si spostano verso la Polonia». Don Cesare è consapevole dei rischi per i paesi confinanti: «Bisogna agire con molta prudenza - spiega -. La Russia controlla anche i comportamenti dei Paesi vicini e non accetta che soldati stranieri mettano piede nel Paese».

L'invito alla preghiera

Nella sua storia su Facebook, il sacerdote ha voluto invitare i fedeli alla preghiera. «Le emozioni sono due - conclude - aver sentito questa mattina cosa sono i bombardamenti è un’esperienza che lascia interdetti e che ha colpito duramente sia me sia i miei collaboratori e non è facile da mandare giù. La seconda cosa è che l’unica marcia della pace che noi conosciamo è quella della preghiera ed è quello che occorre per dare speranza a un popolo che soffre tantissimo e che ha paura di un ritorno al passato. Una situazione molto delicata che porta con sé anche un ulteriore crollo economico del Paese. Sono tutti aspetti che terrorizzano la popolazione e a cui bisogna fare fronte».

© RIPRODUZIONE RISERVATA