Corso, appello dei negozianti
«Vuoto d’inverno, più eventi»

Corso, appello dei negozianti «Vuoto d’inverno, più eventi»
di Stefania DE CESARE
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Lunedì 12 Marzo 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 11:30
«Ci piacerebbe avere più eventi e più servizi. Altrimenti si rischia una desertificazione». È la voce del Comitato del Corso che riunisce le attività commerciali del centro storico da Porta Rudiae a piazza Sant’Oronzo lungo via Libertini e Corso Vittorio Emanuele: una lunga “passerella” che comprende 96 esercizi commerciali, tra negozi storici e nuove aperture, tutti d’accordo nel voler dare «una svegliata» a una parte storica delle città che «rischia di addormentarsi». Un appello, a tratti una strigliata rivolta agli amministratori.
«Negli ultimi anni questa parte del centro storico ha subito una specie di “declino” - afferma Alessandro Vanini, titolare del “Caffè del Duomo”, tra le attività del comitato - perché molti uffici e pubblici servizi hanno traslocato e questo ha trasformato il cuore storico della città in un museo da visitare, frequentato solo per delle passeggiate. Nessuno si ferma più per vivere il corso che sta diventando un luogo prettamente turistico anche per gli stessi leccesi. Una vera desertificazione».
Per il Comitato - associazione informale senza uno statuto - sono due le priorità da mettere in scaletta per ridare nuova vita al corso. «Sicuramente servono più servizi - aggiunge Vanini - sia per i turisti sia per i cittadini. Pensiamo a un bancomat, un fruttivendolo o anche a un negozio di alimentari, ad esempio, per rendere il corso più vivo e soprattutto per abbattere la disparità tra l’estate dove comunque le persone non mancano anche se solo di passaggio, e l’inverno dove si crea un deserto».
Troppa, infatti, la differenza durante i mesi invernali, dove il Corso rischia di svuotarsi e le attività fanno fatica a rimanere aperte. «Nella stagione invernale sembra quasi un mortorio - ribadisce Vanini - le persone si contano sulla mano ed è un peccato perché noi ci troviamo proprio nel cuore della città che, invece, dovrebbe essere vivo tutto l’anno». Più servizi, quindi, e «non solo negozi di souvenir per i turisti», ma anche eventi per valorizzare i contenitori culturali del centro.
 

A cominciare dall’ex convento dei Teatini. «Siamo soddisfatti del fatto che il Comune abbia progetti per questo luogo - sottolinea Vanini - e ben venga qualsiasi tipo di iniziativa, come ad esempio il cinema estivo. Sarebbe ottimo». Qualche giorno fa, infatti, l’assessore comunale alla Cultura, Antonella Agnoli, su Facebook aveva lanciato l’idea di riportare il cinema all’aperto nel centro della città, proprio sotto il cielo dei Teatini. «Una bella idea che va nella direzione giusta - dicono dal Comitato - e cioè attrarre le persone per far vivere questa parte storica della città. Sarebbe bello se si riuscisse a far convivere tutte le iniziative e, quindi anche la Mostra d’antiquariato, in modo da non dover scontentare nessuno».
Teatini ma non solo. «In passato - spiega Vanini - si utilizzava piazza Duomo per accogliere eventi di un certo tipo. Poi negli ultimi anni, questa tendenza si è persa. Pare che invece la curia oggi sia propensa a valutare eventuali iniziative e “aprire” la piazza per eventi di un certo tipo. E noi ne siamo felici perché in questo modo si attirano persone. Il Corso non è solo una passerella per una passeggiata verso piazza Sant’Oronzo, ma è molto di più. Aiutiamolo».
E a proposito della destinazione dei Teatini è il consigliere comunale Gaetano Messuti che riapre la polemica: «L’assessore comunale Antonella Agnoli ha inibito l’utilizzo dei Teatini agli espositori dell’Antiquariato sulla base dell’intenzione di destinare il bene ad altro. Senza che ci sia nulla di concreto, dopo 20 anni, sono stati cacciati via: è stato eliminato un mercatino che era diventato una tradizione leccese. In tanti, una volta al mese, si riversavano nel cortile dello splendido Palazzo dei Teatini per ammirarne l’architettura e per curiosare tra le antichità e l’artigianato tipico esposto dai commercianti. Sei associazioni, che esponevano una volta al mese, oggi vengono penalizzate. Ma si fanno figli e figliastri. Infatti, l’unica associazione che può esporre in un contenitore comunale, allo stato attuale, è quella denominata “Mercatini Cantelmo”. Siamo di fronte a un “monopolio associativo”: chi vuole esporre deve aderire a questa associazione. Le Officine Cantelmo, infatti, sono un contenitore comunale, anche se date in gestione a una cooperativa, di cui prima era presidente Alessandro Delli Noci. Dunque, si deve passare da un’unica associazione, che ha in mano il contenitore in questione, pagando 25 euro a esposizione. Partendo dal dato di fatto che oggi l’unica associazione che può esporre in uno spazio comunale resta quella dei “Mercatini Cantelmo”, mi sembra che tutta questa operazione abbia un’ispirazione politica».
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