Intascò una mazzetta di 850 euro? La Asl sospende la funzionaria arrestata per corruzione

Intascò una mazzetta di 850 euro? La Asl sospende la funzionaria arrestata per corruzione
di Erasmo MARINAZZO
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Venerdì 12 Giugno 2020, 08:01 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 08:29
Sospensione cautelativa dal servizio per la responsabile dell'ufficio Assistenza protesi della Asl di Lecce arrestata lunedì pomeriggio con l'accusa di avere intascato una mazzetta di 850 euro in cambio di due prescrizioni di dispositivi medici consegnati al rappresentante di una azienda del settore, anche lui fermato e finito poi in carcere. Il provvedimento a carico di Carmen Genovasi, 46 anni, di San Pietro in Lama, porta le firme del direttore generale della Asl, Rodolfo Rollo; del direttore sanitario, Roberto Carlà; del direttore amministrativo, Antonio Pastore; del dirigente dell'area, Grazia Argentiero; e della responsabile dell'istruttoria, Stefania De Marco.

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Un atto dovuto, quello della sanità salentina, perché previsto dal contratto nazionale di lavoro per i dipendenti sottoposti a procedimenti penali che hanno comportato una misura cautelare. Un provvedimento che potrà essere impugnato, intanto la Genovasi (è difesa dall'avvocato Simona Ciardo) oggi sarà sentita in carcere dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, nell'interrogatorio di convalida dell'arresto in flagranza di lunedì. A questa procedura sarà sottoposto anche Giuseppe Bruno, 47 anni, di Galatina, il rappresentante di una azienda che commercia protesi, accusato di averle consegnate la mazzetta di biglietti da 50 euro ciascuna dentro una busta da lettera (avvocato Carlo Caracuta).

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Interrogatori, dunque a quattro giorni dall'arresto. Tempo impiegato dalla Guardia di finanza per esaminare il materiale sequestrato durante le perquisizioni disposte contestualmente anche ad altri quattro indagati non colpiti da misure cautelari, nel decreto a firma del pubblico ministero della Procura di Lecce, Roberta Licci, titolare dell'inchiesta: dalle tre di pomeriggio fino alle undici di sera sono stati setacciati le case e gli uffici di Fabio Campobasso, 52 anni, di Lecce, ex consigliere comunale del centro destra ed attuale coordinatore cittadino di Italia in Comune, movimento che a livello nazionale fa riferimento al sindaco di Parma Federico Pizzarotti: risponde di avere coadiuvato la moglie Monica Franchini, 49 anni, di Lecce (c'è anche lei fra gli indagati), dipendente in nero di un'azienda non ancora individuata.

Le perquisizioni hanno riguardato anche Pietro Bonetti, 71 anni, di Lecce, legale rappresentante di una società di dispositivi per implementare l'udito. Infine i finanzieri hanno svolto una sola perquisizione a carico di due indagati: con la funzionaria della Asl è finito nei guai con la giustizia anche il marito Giovanni Rodia, 46 anni, di San Pietro in Lama.
Tutti indagati per capire se è vero che abbiano fatto di un sistema che prevedeva dazioni di denaro o regali, in cambio di prescrizioni di dispositivi ortopedici o audiometri. I patti si sarebbe stretti - si parla di questo in un passaggio del decreto di perquisizione - nell'ufficio della Genovasi con le pratiche preparate a quattro mani fra la funzionaria ed il rappresentante di turno. Rispondono tutti di concorso in corruzione continuata per atto contrario ai doveri d'ufficio. Ed anche di corruzione, falsa attestazione e falso in atto pubblico in concorso, nonché falso ideologico continuato.
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