Tajani a Brindisi: «Corridoio 8 e infrastrutture per rilanciare il Meridione»

Tajani a Brindisi: «Corridoio 8 e infrastrutture per rilanciare il Meridione»
di Francesco R.PICCININ
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Giovedì 27 Luglio 2023, 13:48 - Ultimo aggiornamento: 14:56

Infrastrutture e piattaforme logistiche per rilanciare il Sud come finestra sul Mediterraneo. Obiettivo e visione chiara per il Governo Meloni, come conferma il vicepremier e ministro per gli Esteri Antonio Tajani che oggi è a Brindisi per presiedere il meeting dei Ministri degli affari esteri di Italia, Albania, Bulgaria e Macedonia del Nord. 

Ministro Antonio Tajani, il "Corridoio VIII" potrebbe essere un modo per facilitare l'inserimento di Brindisi all'interno della rete Ten-T? Che effetti può avere il vertice odierno sul negoziato in corso all'interno delle istituzioni europee?
«Aver fatto inserire il Corridoio VIII nella rete strategica europea dei trasporti (Ten-T) è stato un grande successo. Averlo incluso nell'elenco degli asset dell'Unione europea comporterà un maggior coinvolgimento di Bruxelles nello sviluppo di questa grande infrastruttura strategica europea, che serve per collegare le economie dell'Europa e dei Balcani».

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A prescindere dai corridoi europei, Puglia e Mezzogiorno scontano un gap importante, rispetto al resto del Paese, su infrastrutture e collegamenti. Come intende il governo provare ad affrontare e risolvere questa disparità?
«Il Governo ha una visione, che è quella di rilanciare il Sud dell'Italia: vogliamo che la Puglia e il resto del Meridione diventino un hub economico, logistico ed energetico del Mediterraneo.

Il Corridoio VIII è una grande opportunità per sviluppare la portualità pugliese e metterla al servizio dell'economia italiana ed europea».


Perché la scelta per questo vertice è ricaduta proprio sul capoluogo messapico?
«Ho organizzato a Brindisi la riunione con i Ministri degli Esteri di Albania, Bulgaria e Macedonia del Nord proprio per esaminare in dettaglio il progetto del Corridoio VIII, che parte dalla Puglia e arriva sulle sponde del Mar Nero passando per quei Paesi. Brindisi in Italia è il punto di ingresso di questo corridoio. Discuteremo dei temi della connettività e della crescita socio-economica di un'area alla quale guardiamo con grande attenzione e dove vogliamo essere sempre più presenti».


Quanto sono concrete le intenzioni di ampliamento delle due basi delle Nazioni Unite (Unhrd e Ungsc) presenti a Brindisi e quali vantaggi potrebbero arrivare alla Puglia?
«La Base di Brindisi è un polo logistico di primaria importanza per le Nazioni Unite, che da qui gestiscono le emergenze umanitarie in tutto il mondo e che serve come uno dei principali strumenti di logistica del Programma Alimentare Mondiale. Ma la Base ha dei risvolti, anche economici, di fondamentale importanza per la Puglia e per l'Italia. Basti pensare all'indotto che si è creato intorno. È per questo che il Governo vuole continuare a investire, rafforzandola».


Quali sono gli obiettivi che si intende perseguire tramite il confronto con i ministri degli Esteri di Bulgaria, Macedonia del Nord e Albania?
«La nostra idea è quella di creare una piattaforma di dialogo politico e di cooperazione tra Italia, Bulgaria, Albania e Macedonia del Nord. I primi due sono membri UE, gli altri sono Paesi candidati all'adesione. È una piattaforma che può essere replicata anche per altri Paesi balcanici e diventare un incentivo per una sempre maggior cooperazione regionale».


Cosa ne pensa del percorso di ampliamento dell'Unione europea e quali benefici porterebbe portare, con Albania e Macedonia del Nord, alla Puglia?
«Il Governo ha fatto del rilancio del processo di integrazione europea dei Balcani Occidentali una priorità della propria azione di politica estera. Questo perché non possiamo permetterci che quella regione, strategica per la sicurezza dell'Italia e dell'Europea, guardi ad altri attori, che hanno agende diverse dalla nostra. La presenza italiana ed europea nell'area in cui, ricordo, siamo presenti anche con i nostri militari nelle missioni di pace internazionali ha una funzione stabilizzatrice, anche sul fronte migratorio».


La Puglia sta svolgendo in modo soddisfacente il ruolo di porto sicuro per lo sbarco dei migranti salvati in mare?
«La Puglia ha una lunga tradizione di accoglienza. Ricordo il grande sbarco degli albanesi più di trent'anni fa. Oggi il nostro obiettivo dev'essere però quello di fermare i flussi migratori irregolari. Come il Presidente del Consiglio ha illustrato domenica scorsa alla Conferenza dedicata allo Sviluppo e alle Migrazioni che abbiamo ospitato alla Farnesina, è necessaria una risposta decisa a livello internazionale per sostenere la stabilità politica e promuovere lo sviluppo sociale ed economico, affrontare le cause profonde degli sfollamenti forzati, contribuire a promuovere la migrazione legale, prevenire e affrontare la migrazione irregolare e la tratta di esseri umani».
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