Salvemini: zero nuovi casi in città per due giorni consecutivi. Ma la Pasqua resta blindata. «Non riunitevi tutti insieme intorno ad una tavola»

Salvemini: zero nuovi casi in città per due giorni consecutivi. Ma la Pasqua resta blindata. «Non riunitevi tutti insieme intorno ad una tavola»
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Venerdì 10 Aprile 2020, 12:28
Ancora una notizia positiva per la città di Lecce. Zero contati per due giorni consecutivi che si ferma a quota 53 dall’inizio della pandemia. E solo sei nuovi casi in provincia di Lecce. I numeri sono quelli del sindaco Carlo Salvemini in collegamento quotidiano dalla sua pagina facebook.
“Un andamento confortante – ha detto – ma dobbiamo continuare a fare bene”. La terapia, ha ribadito il primo cittadino, è il distanziamento fisico, il famoso lockdown  che ha determinato la chiusura delle attività commerciali, di produzione. E si continuerà con queste restrizioni fino al 3 maggio prossimo. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha ricordato Salvemini ribadendo l’importanza di continuare a rispettare le norme previste dai decreti che si sono succeduti fino a questo momento.
 
I CONTROLLI
Intanto a pochi giorni dalla celebrazione della Pasqua e del Lunedì dell’Angelo, l’amministrazione comunale ha  programmato interventi di controllo straordinari sul territorio “consapevoli che la tentazione di fare una gita sia forte, ma questo dobbiamo impedirlo – ha aggiunto – e attivare posti di blocco con il supporto anche di droni in accordo con la Polizia provinciale”.
“Altra raccomandazione – ha aggiunto Salvemini - non pensate di organizzare pranzi o cene che riuniscano amici o famiglie che da settimane sono costrette in casa. Non sono consentiti questo tipo di spostamenti nemmeno all’interno della città per riunirsi intorno ad una tavola. Dobbiamo vivere queste feste come abbiamo vissuto i giorni precedenti; ce lo ricorderemo per il resto della vita, ma dobbiamo continuare a stare a casa. Capisco – ha aggiunto – che sia una raccomandazione che può indurre progressiva sofferenza ma è l’unico strumento che abbiamo per poterci ricordare quanto sia importante la salute”.
 
LETTERA AL GOVERNO
«I Comuni sono imprese che erogano servizi pubblici essenziali, ossia diritti di cittadinanza: se vanno in crisi i loro bilanci - come sta avvenendo a seguito dell'emergenza epidemica - si indeboliscono le comunità, aumentano disagio e diseguaglianza», ha ribadito il sindaco Salvemini ricordando che insieme ad altri sindaci dei Comuni d'Italia ha sottoscritto una lettera indirizzata al governo per appoggiare la richiesta di Ance di 5 milioni di euro per aiutare le amministrazioni comunali.

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IL TESTO DELLA LETTERA
"I Comuni italiani stanno dando una risposta straordinaria all'emergenza coronavirus, con i sindaci in prima linea su tutte le difficoltà sociosanitarie ed economiche. 
Ma non è chiara ancora a tutti la condizione economica drammatica dei Comuni; per questo il gesto dei colleghi Decaro e De Pascale, che hanno abbandonato la conferenza unificata come segno di protesta, era inevitabile. Ad ANCI e UPI va quindi il nostro pieno sostegno e un ringraziamento per il grande lavoro che stanno svolgendo. 

I Comuni, così come le Province e le Città Metropolitane, stanno subendo la crisi esattamente come le imprese e le famiglie perché non hanno più entrare fiscali e tariffarie e le vedranno fortemente diminuite per tutto il 2020. Non riscuotono più la tassa di soggiorno, le rette di nidi e asili, l'occupazione di suolo pubblico, le tariffe dei parcheggi, la Tari, le imposte collegate all'auto, i ricavi dagli ingressi dei musei comunali, i bus turistici, vedranno ridotte le entrate dall'addizionale Irpef comunale, imposte di pubblicità, ecc. 
È inoltre presumibile anche alcune di queste entrate mancheranno anche per il bilancio 2021, specie le entrate derivanti dal turismo.  
Stessa cosa avviene per le società partecipate, con ripercussioni sui bilanci dei Comuni e nei servizi ai cittadini, e ciò produrrà minori dividendi per i Comuni soci delle stesse. 
E, a differenza dello Stato, noi non possiamo fare bilanci in deficit. 

I Comuni, nonostante ciò, stanno dando prova di grande efficienza e velocità, come nella distribuzione immediata di 400 milioni di buoni spesa alle famiglie più in difficoltà. Ad appena 10 giorni dal decreto, almeno 2 milioni di famiglie hanno già ricevuto il voucher per la spesa. 

Serve quindi nel decreto di aprile un'azione shock sugli enti locali, con almeno 5 miliardi di euro stanziati e poteri speciali per i sindaci nel 2020 per far ripartire i cantieri e velocizzare gli investimenti. 
Se saltano gli enti locali salta la coesione sociale e il Paese, mentre invece i sindaci devono diventare le 8 mila colonne sulle quali far poggiare la ricostruzione del Paese. 

Serve quindi un intervento da 5 miliardi di euro da ripartire tra:

1) fondo speciale da ripartire tra Comuni, Province e Città metropolitane a copertura delle mancate entrate sopra citate;
2) avanzi liberi per tutti;
3) portare il fcde (Fondo crediti di dubbia esigibilità) al 60%.

Inoltre, è fondamentale istituire la figura del "sindaco semplificatore" per la ricostruzione e la sburocratizzazione generalizzata. 
Servono poteri speciali ai sindaci in deroga al Codice degli Appalti e alle sovrintendenze per velocizzare al massimo le opere più importanti e la ripartenza dei cantieri. 

Ci rivolgiamo quindi al Presidente Conte e al Governo. Siamo uniti e in prima linea con voi, ma metteteci in condizione di salvare la coesione sociale ed essere protagonisti della fase 2 e della ricostruzione. 
Se prendiamo la vicenda dei buoni spesa o il ponte Morandi, i sindaci hanno dimostrato velocità, competenza e affidabilità. Tutte caratteristiche fondamentali per il nostro Paese in questa fase storica emergenziale. Noi ci siamo, a servizio del Paese. 

Sulla base di queste considerazioni ribadiamo il massimo supporto all'iniziativa dei presidenti di Anci e Upi e auspichiamo che il positivo tavolo istituzionale aperto oggi possa avere un esito chiaro che risponda alle nostre richieste."
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