Chiese aperte: la Curia congela la decisione

Studenti fuori dalla basilica di Santa Croce
Studenti fuori dalla basilica di Santa Croce
di Francesca SOZZO
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Venerdì 8 Aprile 2016, 06:24 - Ultimo aggiornamento: 18:09
Fumata nera per l’apertura straordinaria delle chiese. La Curia frena e congela la decisione riservandosi di trattare direttamente con Palazzo Carafa senza intermediari. Vale a dire che a discutere di un possibile accordo saranno il vescovo e il sindaco. E nessun altro.
Insomma il lavoro della commissione Cultura è stato bocciato sebbene le intenzioni - nobili - fossero solo quelle di suggerire una soluzione ad una vicenda che si ripete ogni anno ormai da decenni e cioé: portoni sbarrati nell’orario centrale della giornata con turisti costretti ad aspettare - chi può farlo - sui gradini delle chiese del centro storico in attesa che (tra le 16.30 e le 17) riaprano i portoni.
Nella seduta della scorsa settimana i rappresentanti della Curia, l’architetto Giuseppe Fiorillo e don Massimiliano Mazzotta, avevano dichiarato di essere disposti a vagliare una proposta da parte di Palazzo Carafa che prevedesse una cooperativa di persone, tra cui studenti di Beni Culturali e personale della Curia, che potesse occuparsi dell’apertura straordinaria delle chiese del centro aperte con parte del ricavato della tassa di soggiorno messa a disposizione sempre da Palazzo Carafa. Un’apertura ben accolta dall’amministrazione comunale e dallo stesso assessore alla Cultura Luigi Coclite che aveva lasciato uno spiraglio per quanti visitano la città e sperano di poter ammirare anche dall’interno basiliche e parrocchie.
Una possibilità già sfumata nel periodo pasquale quando il vescovo Monsignor Domenico D’Ambrosio aveva annunciato che le chiese sarebbero rimaste chiuse per il Triduo pasquale ma che certamente per il ponte del 25 aprile e 1 maggio si sarebbero potute aprire.
Al momento è tutto un grande punto interrogativo perché il vescovo ha fatto sapere - tramite l’architetto Fiorillo all’assessore Coclite che ha riferito al presidente della commissione Roberto Martella - che dell’argomento discuterà solo con il sindaco Paolo Perrone.
Addio commissione dunque e al lavoro svolto fino a questo momento: «Nessuno voleva mettersi una medaglia al petto - ha dichiarato Martella promotore del protocollo d’intesa tra Curia e amministrazione - ma era necessario portare all’attenzione della commissione un problema che si ripete da almeno vent’anni. Non convocherò più la commissione su questo argomento ma mi aspetto che si trovi una soluzione nel più breve tempo possibile». Dello stesso avviso il capogruppo di Lecce 2017 Francesca Mariano: «Non avremmo certo firmato noi il protocollo - sottolinea - e non voglio pensare neanche che questa vicenda sia ad una battuta di arresto. Speriamo in una soluzione a breve».
«Mi sembra un atteggiamento poco credibile - ha tuonato dai banchi dell’opposizione il consigliere del Partito Democratico Antonio Torricelli - Se avesse voluto risolvere il problema direttamente con il sindaco non ci avrebbe nemmeno mandato i suoi rappresentanti in commissione. Forse è un segnale a Martella che forse ha scavalcato gli assessori». Una lettura politica quella del consigliere Torricelli che tuttavia chiede «la massima trasparenza e il rispetto delle regole nell’affidamento della gestione dell’apertura delle chiese, qualora Curia e amministrazione trovino un’intesa».
Il consigliere di Lecce Città Pubblica ha chiesto che non venga introdotto un ticket d’ingresso per visitare le chiese: «Non voglio che si paghi», ha dichiarato. L’ipotesi biglietto era stata anche immaginata per poter reperire i fondi non solo per pagare il personale ma anche per intervenire nei lavori di manutenzione delle chiese.
Tuttavia resta la disponibilità da parte di Palazzo Carafa ad utilizzare parte della tassa di soggiorno per le aperture straordinarie. La palla ora passa al sindaco che dovrà incontrare il vescovo D’Ambrosio per individuare una linea comune che vada a vantaggio della città e dei turisti.
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