Chevanton, ex attaccante del Lecce, guai col Fisco: «Ho versato tutte le tasse». E chiede di essere assolto

L'ex punta giallorossa è imputata con l’accusa di evasione fiscale

Chevanton, ex attaccante del Lecce, guai col Fisco: «Ho versato tutte le tasse». E chiede di essere assolto
Chevanton, ex attaccante del Lecce, guai col Fisco: «Ho versato tutte le tasse». E chiede di essere assolto
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 6 Dicembre 2023, 20:31

Ha pagato tutto, e in aula sono state portate le ricevute. Punta così all’assoluzione, dopo aver versato i tributi che il Fisco riteneva fossero stato omessi, l’ex attaccante del Lecce, Ernesto Chevanton, 43 anni, uruguaiano di origine, rimasto nel cuore dei salentini non solo per le prodezze sotto rete ma anche per avere dichiarato amore eterno a Lecce: «Ho portato le maglie di Monaco, Siviglia, Atalanta e Colon, ma non ho mai tolto la maglia del Lecce, quella è la mia pelle», la frase. 

Chevanton è imputato con l’accusa di evasione fiscale.

Oggi si è celebrata l’udienza, dinanzi al giudice Luca Scuzzarella, che dovrà ora verificare - anche sulla base di quanto è stato attestato in aula da una funzionaria dell’Agenzia delle entrate, se i pagamenti sono congrui a quanto dovuto, per poi pronunciarsi il prossimo luglio, quando il processo giungerà al termine. 

I dettagli dell'inchiesta

La difesa, sostenuta dall’avvocato Angelo Valente, ha infatti sostenuto che il debito con l’erario era nettamente inferiore al milione di euro inizialmente contestato. Cifre sotto la soglia di punibilità per il 2011 e per il 2013, ma comunque restituite, con una quantificazione ritoccata. Oltre la soglia di 16mila euro, per il il 2012. Ma anche in quel caso, versate, come da ricevute consegnate al Tribunale.

L’inchiesta è del pubblico ministero della Procura di Lecce, Donatina Buffelli, e della Guardia di finanza. Era stata contestata, come si diceva, un’evasione dell’Iperf che sfiorava il milione di euro: esattamente 999mila 116 euro. Vale a dire: 396mila 732 euro nel 2011, su un importo di 891mila 500 euro; 165mila 140 euro su 390mila 322 euro; e 437mila 244 euro, su 726mila 767 euro. Reato, quella di evasione fiscale, che sarebbe stato commesso, a parere dell’accusa, negli anni 2012, 2013 e 2014 ed accertato dalla Guardia di finanza nel 2018. A conclusioni ed importi diversi sono arrivati i consulenti ed i legali interpellati da Chevanton: gli avvocati Valente e Maurizio Vitali (che si sta occupando degli aspetti tributari) sono stati sin dal principio convinti che la cifra complessiva dell’evasione sarebbe diversa. Inferiore. La documentazione raccolta ha consentito di scendere sotto la soglia di punibilità, sotto il profilo penale, per l’anno 2011: la cifra indicata è 87mila euro; e per l’anno 2013 si arriva a 119mila euro. Per l’anno 2012 si sfonda la soglia dei 150mila euro per toccare i 165 mila euro. Ad eccezione del 2012, dunque, l’importo evaso sarebbe inferiore a quello previsto dalla legge perché si possa concretizzare il reato. 

E tutto è stato regolarizzato, attraverso un piano di rateizzazione già concluso. 
Il processo è iniziato nel 2020. Il reato ipotizzato, in realtà, sarebbe già prescritto. Ma dimostrando di aver risolto con il Fisco, Chevanton può puntare al massimo risultato, l’assoluzione, qualora il giudice dovesse condividere le tesi rappresentate, anche sulla base dei conteggi dell’Agenzia delle entrate e delle testimonianze acquisite. 
Proprio di recente è stato invece condannato a due anni di reclusione un altro ex del Lecce, salentino d’adozione, Mirko Vucinic. L’attaccante, ex di Lecce, Roma e Juventus, era finito a processo con l’accusa di “dichiarazione infedele”. In particolare all’atleta originario del Montenegro veniva contestato, il mancato pagamento delle imposte sui redditi alti (relative alle prestazioni sportive rese dal calciatore) per gli anni dal 2014 al 2017, per un valore complessivo di quasi 6 milioni di euro.
Vucinic, attraverso il suo legale, Antonio Savoia, sostiene di non aver compiuto alcuna omissione. Tanto da volerlo dimostrare nei successivi gradi di giudizio. Si è infatti sempre, fin dal principio, dichiarato estraneo alle accuse che gli sono state mosse e che hanno anche sostenuto un provvedimento di sequestro. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA