Sempre più vicina la realizzazione di un centro di procreazione medicalmente assistita a Nardò. La società Tecnomed, infatti, ha vinto un'altra battaglia nella “guerra” a suon di carte bollate contro “I giardini di Asclepio” (oggi Prodia srl) di Muro Leccese. Sullo sfondo dell'intera vicenda ci sono i risvolti dell'inchiesta “Re Artù”, che ha visto coinvolti, tra gli altri, l'ex dg della Asl di Lecce Rodolfo Rollo e l'ex assessore regionale al Welfare Salvatore Ruggeri.
Con un atto dirigenziale di qualche giorno fa, il dipartimento Promozione della salute della Regione ha dichiarato inammissibile la richiesta di verifica di compatibilità avanzata dal Comune di Muro Leccese in seguito alla richiesta di realizzazione di un centro Pma avanzata dalla società “I giardini di Asclepio”. Contestualmente, ha dato il suo parere favorevole all'istanza che il Comune di Nardò ha prodotto dopo la richiesta della società Tecnomed. La battaglia tra le due società era già finita dinanzi al Tar di Bari: la Tecnomed, infatti, riteneva di non aver potuto ottenere l’ok come struttura di secondo livello perché esso era stato riservato alla società di Muro Leccese. Sullo sfondo, si diceva, c'è l'inchiesta “Re Artù”, dalla quale era emerso come “I giardini di Asclepio” fossero in qualche modo riconducibili (per la proprietà dell’immobile) all’ex senatore Ruggeri. Il Tar di Bari aveva accolto il ricorso della Tecnomed e, quindi, aveva annullato tutti gli atti della Regione Puglia, del direttore generale Asl all’epoca dei fatti e dei Comuni di Muro Leccese e Nardò.
Dopo la decisione del Tar, l'avvocato Ravenna aveva diffidato la Regione, i Comuni di Nardò e Muro Leccese e la Asl a dare esecuzione della sentenza e, quindi, a istruire correttamente il procedimento sulla domanda della Tecnomed rilasciando tutte le autorizzazioni necessarie alla realizzazione del centro Pma. Solo il Comune di Nardò, però, aveva comunicato la riapertura del procedimento. Da qui la presentazione di un ricorso per ottemperanza al Tar. Nei giorni scorsi, però, anche la Regione è tornata sui suoi passi, dando il suo parere favorevole all'istanza della società di Nardò e rigettando quella de “I giardini di Asclepio”.