Box, degrado e promesse E a sette mesi dal rogo Settelacquare è un deserto

Box, degrado e promesse E a sette mesi dal rogo Settelacquare è un deserto
di Stefania DE CESARE
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Martedì 23 Ottobre 2018, 10:43 - Ultimo aggiornamento: 10:47
Locali inagibili, vetri rotti, muri imbrattati, sporcizia e degrado. Ci risiamo. A sette mesi dal rogo che ha distrutto parte della struttura commerciale di Settelacquare nulla è cambiato. Il tempo, infatti, sembra essersi fermato all'interno di quella che doveva essere la nuova zona mercatale della città e che oggi, invece, si presenta come un'area fantasma. In piazzale Vittime del Terrorismo si respira ancora degrado: i 48 box commerciali sono sempre danneggiati e inutilizzabili. In una parola: abbandonati. Nonostante l'installazione di cancelli e telecamere di sorveglianza, al momento, nessun locale risulta pronto per l'uso. In molti spazi mancano le vetrate, alcune delle quali distrutte negli anni dai vandali, e sui muri resistono ancora i segni degli incivili.
Difficile immaginare che la struttura possa avere una destinazione di tipo commerciale. Eppure la storia dei box di piazzale Vittime del Terrorismo si intreccia proprio con quella del mercato di piazza Libertini. In ballo, da sempre, il trasferimento degli ambulanti che da anni operano all'ombra del castello Carlo V con l'obiettivo di liberare, una volta per tutte, l'area storica vicino all'antico maniero. Un trasloco avviato dalla vecchia amministrazione Perrone e portato avanti dalla nuova giunta Salvemini e ritenuto necessario anche per dare un senso alla struttura di Settelacquare, costruita nel 2012 con 1,5 milioni di euro - di cui 309.875 euro di fondi regionali e il resto a valere sul bilancio comunale - e vincolata a mercato fino al 2020. Da allora, le 48 strutture amovibili in vetro e alluminio suddivise in 4 isole sono rimaste vuote e inutilizzate e la zona è diventata ben presto facile preda di atti vandalici, con locali trasformati in dimore di fortuna.
In questi anni non sono stati pochi i bandi pubblicati da Palazzo Carafa per cercare di velocizzare il trasloco, ma gli avvisi pubblici sono andati tutti semi deserti. Ultimo in ordine di tempo quello pubblicato lo scorso gennaio, al quale hanno aderito appena 11 operatori. Un segnale chiaro da parte dei commercianti di piazza Libertini che non vogliono arrendersi all'idea di doversi spostare dal centro storico, nonostante la parentesi aperta della tassa Tosap che numerosi operatori - circa il 90% - non paga da tempo, con debiti accumulati per 833.073 euro.
La delibera di indirizzo approvata lo scorso marzo dalla Giunta Salvemini, però, parla chiaro: la Soprintendenza preme affinché venga sgomberata l'area che circonda le mura del Carlo V, considerata da sempre una cerniera tra il cuore storico e la zona commerciale della città. Il braccio di ferro potrebbe spostarsi presto nelle aule del tribunale, con il ricorso ai giudici amministrativi presentato proprio dagli ambulanti del mercato. «Al momento esiste solo una delibera di carattere generale che noi abbiamo impugnato. È stata una misura cautelare - spiega l'avvocato Pietro Quinto, rappresentante legale dei commercianti -. Se e quando ci sarà un provvedimento esecutivo da parte del Comune noi procederemo con il contenzioso».
Il trasloco? A Palazzo Carafa giurano che è questione di tempo. Il governo cittadino è impegnato nella redazione del provvedimento per il trasferimento definitivo del mercato di piazza Libertini a Settelacquare che sarà sottoposto all'approvazione del Consiglio comunale.
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