“Blu” cancella i murales a Bologna: non è arte da vendere
Giallo sul destino dell'opera leccese dello street artist

“Blu” cancella i murales a Bologna: non è arte da vendere Giallo sul destino dell'opera leccese dello street artist
di Ennio CIOTTA
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Sabato 12 Marzo 2016, 19:06 - Ultimo aggiornamento: 19:25

Blu, l'artista italiano famoso in tutto il mondo per la carica espressiva e sovversiva dei suoi murales, lo stesso che ha realizzato l'enorme disegno presente sulla facciata dell'edificio dell'ex centro sociale occupato Binario 68 in via Birago a Lecce, ha appena cancellato tutti i suoi lavori presenti sulle pareti nella città di Bologna.
La motivazione, facile da immaginare, è squisitamente politica.
Il 18 marzo, nel capoluogo emiliano, si inaugurerà la mostra “Street Art&Co – L'arte allo stato urbano”.

Fra le opere esposte ce ne saranno addirittura alcune staccate dalle pareti con l'intento di “salvarle dalla demolizione e preservarle dall’ingiuria del tempo”, come recita il manifesto della mostra.
L'intento è chiaro fin da subito: trasformare il pretesto della conservazione delle opere d'arte di strada in una effimera operazione commerciale finalizzata al profitto.
Ma che senso ha sdradicare un disegno da una parete per conservarlo in un museo?
E poi come si fa, parlando nello specifico del lavoro di Blu, da sempre legato alla lotta per i diritti (casa, ambiente, antispecismo, autoproduzione) a pensare ad una sua opera in un contesto diverso da quello nel quale è stata realizzata?
Già lo scorso anno l'artista nato a Senigallia e per anni residente a Bologna, decise di cancellare i suoi storici murales realizzati sulle facciate dei palazzi del quartiere Kreuzberg a Berlino come segno di protesta contro la decisione di costruire palazzi e supermercati nella zona.
Alla luce di queste decisioni gli occhi sono tutti puntati sul disegno realizzato da Blu la scorsa estate sulla facciata dell'ex centro sociale a Lecce.

Quell'opera era un regalo per gli occupanti della palazzina in via Birago. Un chiaro segnale di vicinanza ed affinità. Nulla a che vedere, anche in questo caso, con cartoline turistiche e città d'arte e cultura.
Dopo le sgombero del centro sociale nel mese di settembre del 2015, considerate le chiare premesse che accompagnano l'opera, ben visibili, fra le altre cose, nelle linee e nei colori dello stesso disegno, ci si chiede che fine farà l'immensa opera che sovrasta la periferia leccese.



 

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