Assegni a vuoto: condannati due avvocati

Assegni a vuoto: condannati due avvocati
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Sabato 29 Ottobre 2016, 08:58 - Ultimo aggiornamento: 14:56
Avrebbero truffato ignari investitori, convinti che i soldi - decine di migliaia di euro - versati sarebbero stati investiti in un rapporto di collaborazione con Eurospin, convinti anche dal fatto di ritrovarsi in mano assegni postdatati con un importo maggiorato del 20 per cento rispetto all’importo iniziale. Ma era tutto falso: nessun rapporto con l’azienda, nessun investimento: per questo motivo due avvocati salentini sono stati condannati. Alfredo Piccolo, 61enne di Gallipoli, a un anno e sei mesi; Alessandro Vissicchio, 49enne leccese, a due anni e quattro mesi. Assolto, invece, un terzo imputato, Rocco Pici, 55enne leccese. L’accusa nei loro confronti era di truffa aggravata in concorso.
 
L’indagine, condotta dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Lecce, portò alla luce il raggiro. A far partire gli accertamenti, la denuncia di due colleghi degli imputati, a loro volta truffati. Secondo gli approfondimenti investigativi disposti all’epoca dal pubblico ministero Francesca Miglietta, il giro d’affari messo su illecitamente da Vissicchio e Piccolo ammonterebbe a non meno di 150mila euro. Quattro le persone truffate: tutti avrebbero versato somme che vanno dai 15mila ai 75mila euro. Il motivo? Investimenti per operazioni commerciali e finanziarie che avbrebbero garantito loro - così assicuravano gli imputati - un guadagno sicuro e in tempi brevi.
I due si erano spacciati per rappresentanti dell’Eurospin, e avevano sostenuto che l’azienda avrebbe garantito loro un surplus rispetto all’importo inizialmente investito. Per convincere le vittime, Vissicchio e Piccolo avrebbero consegnato loro assegni bancari o postali postdatati a novanta giorni, con una cifra più alta del 20 per cento rispetto all’importo iniziale. Un investimento allettante, tanto più che nel raggiro i due avvocati avevano speso esplicitamente il nome dell’Eurospin.
La truffa è venuta a galla quando una delle vittime ha cercato di incassare uno degli assegni. A quel punto si è accorto che si trattava di carta straccia: titoli scoperti, impossibili da incassare. E così le vittime si sono rivolte alle forze dell’ordine. I fatti oggetto del processo si sono verificati tra il 2005 e il 2008. Risale a quattro anni fa, invece, la citazione diretta a giudizio disposta dal pm Miglietta. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Massimiliano Petrachi e Silvio Caroli. Le vittime (nei confronti delle quali il giudice ha disposto un risarcimento da quantificarsi in sede civile) si erano costituiti parte civile con gli avvocati Amilcare Tana, Francesco Cannoletta e Vito De Pascalis.
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