L'inchiesta dopo gli arresti/ Protesi e dispositivi medici, ecco quanto spende l'Asl: 33 milioni in un anno

L'inchiesta dopo gli arresti/ Protesi e dispositivi medici, ecco quanto spende l'Asl: 33 milioni in un anno
di Maddalena MONGIò
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 10 Giugno 2020, 18:26 - Ultimo aggiornamento: 19:57
Protesi e ausili pagati con milioni di euro di denaro pubblico, sebbene nell'ultimo biennio la spesa abbia subito una frenata. I dati raccolti nel 2019 confermano, in ogni caso, che per ausili, protesi, dispositivi medici nei distretti socio-sanitari della Asl di Lecce sono stati spesi 33.170.109 euro. Di questo tesoretto, 14.938.493 milioni sono stati gestiti dagli uffici di assistenza protesica della Asl di Lecce, il resto dalle Farmacie della stessa Azienda sanitaria salentina.

Così, se nel 2015 per l'assistenza protesica sono stati spesi circa 12 milioni (con un incremento del 12 per cento rispetto all'anno precedente), la cifra è salita a 15.952.703 nel 2017 (incremento dell'8 per cento rispetto al 2016) per scendere a poco più di 14 milioni nel 2019 (decremento in due anni del 7 per cento).

Pratiche pilotate alla Asl, l'inchiesta si allarga: perquisizioni a medici ed a imprenditori
Mascherine e riconversione delle imprese, il faro dei magistrati sulle infiltrazioni mafiose

Per i dispositivi medici la spesa complessiva del 2019 è stata di 87.344.605 euro. Il meccanismo di funzionamento della spesa per l'assistenza protesica è complesso, ma presenta anche delle debolezze degli iter amministrativi che possono lasciare spazio a illeciti. Quotidiano si è occupato a più riprese di questa aggrovigliata matassa, a partire dal 2013, quando mise a confronto i costi della Asl salentina con quelli di altre aziende sanitarie. Una forbice legata a un Nomenclatore tariffario (elenco che contiene la descrizione dei prodotti forniti gratuitamente dalle Asl e i prezzi riconosciuti ai fornitori). In pratica nelle regioni che non hanno un centro di spesa per l'acquisto di materiali da utilizzare in sanità si fa riferimento al Nomenclatore tariffario per protesi e ausili, aggiornato nel 2016 dopo essere stato fermo sin dal lontano 1999.

Centinaia di pagine spalmate su tre allegati: il primo contiene un elenco con le protesi e le ortesi costruite o allestite su misura da un professionista abilitato all'esercizio della specifica professione sanitaria o arte sanitaria ausiliaria.
Il secondo elenco riguarda ausili tecnologici che da un professionista sanitario abilitato. In questo elenco sono comprese alcune ortesi per arto predisposte industrialmente, carrozzine ad autospinta o manovrabili dall'accompagnatore, sistemi di postura modulari, apparecchi acustici e altro ancora. Il terzo elenco è relativo ad ausili tecnologici che non richiedono l'applicazione da parte del professionista sanitario abilitato, ad esempio: ventilatori, aspiratori, oppure protesi mammarie esterne e l'elenco continua.

La musica doveva cambiare già nel 2016, ma l'allora direttore del Dipartimento del Dipartimento della Salute, Giancarlo Ruscitti, a fronte dell'approvazione del nuovo Nomenclatore voluto dall'allora ministra Beatrice Lorenzin, puntò il dito sul fatto che per i prodotti elencati nel tariffario c'era un prezzo stabilito per cui la Regione era in standby con le gare centralizzate.
«Se Roma non ci dice quali sono le tariffe per acquistare gli ausili non possiamo partire con le gare centralizzate». Questa la dichiarazione di Ruscitti a Quotidiano. Quindi? Ancora oggi il nomenclatore, ossia l'elenco che contiene la descrizione dei prodotti forniti gratuitamente dalle Asl e i prezzi riconosciuti ai fornitori, detta legge anche se nel frattempo i prezzi riconosciuti ai fornitori sono stati espressi. Premesso che gli ausili gratuiti possono essere riconosciuti solo agli invalidi civili o a chi ha fatto la domanda per riconoscimento, senza alcun vincolo di reddito: sono gratis per tutti. È il medico proscrittore a decidere la tipologia di ausilio riferendosi al codice corrispondente al prodotto che ritiene necessario alla persona. Con questa ricetta l'interessato si reca al distratto che deve autorizzare la spesa. Nell'atto di autorizzazione deve essere espressa la scelta della ditta a cui l'invalido intende rivolgersi e questa è una delle falle del sistema.

Quando tutto fila liscio è l'utente che indica la sua preferenza, ma se si vuole indirizzare la scelta si mette in atto un illecito come nel caso della contestazione di reato fatta all'infermiera che nell'ufficio dell'assistenza protesica del distretto socio sanitario di Lecce si occupa dell'iter amministrativo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA