Coronavirus, lo studio sui bambini e il lockdown: «Molti disagi, alcuni sono 'regrediti'»

Coronavirus, lo studio sui bambini e il lockdown: «Molti disagi, alcuni sono 'regrediti'»
Coronavirus, lo studio sui bambini e il lockdown: «Molti disagi, alcuni sono 'regrediti'»
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Martedì 16 Giugno 2020, 22:32
Il lockdown imposto dal coronavirus ha provocato disagi nel 65% dei bambini italiani sotto i 6 anni e nel 71% di quelli sopra i 6 anni. Dal punto di vista delle logiche comportamentali, sono state riscontrate sintomatologie legate alla regressione. Lo rivelano i risultati di un’indagine sull’impatto psicologico e comportamentale della pandemia Covid-19 durante il lockdown sui bambini e gli adolescenti nelle famiglie in Italia, condotta dall’Istituto Giannina Gaslini e dall’università di Genova. Hanno risposto 6.800 persone di cui circa 3.200 con figli minori nel periodo successivo al lockdown. 

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«Il lockdown - ha spiegato Paolo Petralia, direttore generale dell’Istituto Gaslini di Genova, presentando la ricerca al ministero della Salute a Roma - ha davvero segnato i nostri bambini con vari tipi di regressione, problemi che magari si erano superati e che si sono ripresentati come paura del buio e pianto inconsolabile, difficoltà di addormentamento e ansia da separazione. Le parole chiave che abbiamo colto più spesso riportate nelle parole e nei disegni dei bambini al di sotto dei 6 anni sono state 'ho paura' e 'brutto'».

«Sopra i 6 anni - abbiamo notato che la difficoltà di addormentamento e a svegliarsi è ancora più evidente, con una importante alterazione del ritmo sonno-veglia. Altri sintomi ossessione per la pulizia, sensazione di fiato corto (quindi con somatizzazione del problema), scarsa collaborazione alle faccende domestiche, abuso dei media. Questi dati sono unici perché nessuno potrà anche fortunatamente più raccogliere e ora dobbiamo sfruttarli per ricostruire la loro vita».

«Anche in altri Paesi - ha sottolineato Fabrizio Starace, psichiatra e componente della task force Colao per la ricostruzione - sono stati notati sintomi come questo fra i ragazzi. E penso poi ai giovani con problemi come Adhd o altre patologie mentali, costretti a casa magari in uno spazio ristretto. Questa ricerca ci conferma l’ampiezza di questo fenomeno, avvertito in tutte le famiglie italiane ed è uno stimolo al recuperare al più presto».
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