Risorse scarse, novità poche e carte coperte, sui dettagli, fino all'ultimo. Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti si apprestano a portare sul tavolo del Consiglio dei ministri la seconda manovra del governo di centrodestra che rinvia i progetti di riforma a tempi migliori, tolto l'avvio della nuova Irpef. Che favorirà, come il taglio del cuneo, soprattutto i redditi medio-bassi. D'altronde, il momento è complesso e bisogna essere «seri, prudenti e responsabili» il messaggio che la stessa premier darà anche all'opinione pubblica, in una conferenza stampa già programmata appena un'ora dopo l'inizio del Cdm. Un'approvazione lampo, quella che Mef e Palazzo Chigi contano di ottenere: difficile raggiungere il record dei 9 minuti di tremontiana memoria ma il calendario, e i margini ristretti, impongono di fare presto. La premier deve proseguire nell'azione diplomatica per la de-escalation in Israele da discutere con il re di Giordania Abdullah II, atteso a Palazzo Chigi alle 11.30.
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La manovra
E sull'altro fronte, il ministro dell'Economia deve volare a Lussemburgo, dove dovrà difendere le scelte italiane di politica economica e sostenere la necessità di un nuovo Patto pro-crescita (ma dovrà anche probabilmente di nuovo giustificare il ritardo di Roma nella ratifica del Mes).
L'obiettivo principale è quello di ridurre le liste di attesa, chiedendo una mano in più alle strutture private accreditate e mettendo più soldi in busta paga a medici e infermieri attraverso la detassazione degli straordinari. Non ci saranno rivoluzioni al capitolo previdenza, che dovrebbe vedere subito la proroga di quota 103 e dell'Ape social e, se il pressing di Fi sarà soddisfatto, anche un nuovo mini-aumento per le pensioni minime. In un secondo step, con un ddl collegato, il resto delle misure. Un gruzzoletto dovrebbe esserci anche per la famiglia, per agevolare le mamme lavoratrici e dare aiuti più corposi a chi ha tre figli. Questo capitolo potrà contare anche sui fondi non utilizzati per l'assegno unico. Per il sostegno ai redditi potrebbe arrivare anche la proroga della detassazione dei premi di produttività e dei fringe benefit fino a 3mila euro (per chi ha figli). E resta possibile che a contribuire siano i redditi più alti, attraverso una revisione del decalage delle detrazioni al 19%. Parte delle coperture arriverà dalla spending review che dovrebbe portare in dote almeno 2 miliardi per il prossimo anno. La revisione spetta ai singoli ministeri ma Giorgetti ha già messo in chiaro che ci penseranno le forbici del Mef (probabilmente con un taglio lineare del 5%) se ci sarà chi non fa i compiti. L'altra voce corposa nella colonna delle entrate sarà la global minimum tax, ma nel menu potrebbe entrare anche la revisione delle tasse sui giochi online oltre all'anticipo della gara del Lotto.