Prezzi, l'inflazione rallenta: stangata per le famiglie. «Rincari da 440 a quasi 600 euro»

Prezzi, l'inflazione rallenta: stangata per le famiglie. «Rincari da 440 a quasi 600 euro»
Prezzi, l'inflazione rallenta: stangata per le famiglie. «Rincari da 440 a quasi 600 euro»
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Venerdì 28 Settembre 2018, 17:01

Dopo quattro mesi di accelerazione, a settembre l'inflazione rallenta. E le associazioni dei consumatori sono in rivolta: da Federconsumatori a Codacons a Unione Nazionale Consumatori, le stime della 'stangata' per le famiglie italiane variano tra i 400 e i quasi 600 euro, a seconda del numero dei figli. Per Federconsumatori sono di 444 euro a famiglia i rincari, mentre UNC parla di 489 euro per le coppie con un figlio (501 per quelle con due figli), stima che con il Codacons sale addirittura a 586 euro (coppie con due figli).

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«Si attenuano le tensioni sui prezzi dei prodotti di largo consumo», comunica l'Istat che stima per i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, il cosiddetto carrello della spesa, a settembre, un rallentamento della crescita da +2,1% a +1,9%. I rincari rimangono comunque più sostenuti di quelli dell'indice generale.

INFLAZIONE RALLENTA Le stime preliminari dell'Istat indicano una crescita dell'indice nazionale dei prezzi al consumo dell'1,5% su base annua (da +1,6% di agosto) e una diminuzione dello 0,4% su base mensile. «A decelerare di pochi decimi di punto è anche l'inflazione che pesa sulle spese quotidiane a causa principalmente delle componenti più volatili del paniere: frutta e vegetali freschi, carburanti», spiega l'istituto di statistica.

Il lieve rallentamento dell'inflazione si deve, infatti, principalmente alla dinamica dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (la cui crescita su base annua passa da +3,1% a +2,4%), alla quale si somma quella dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +2,8% di agosto a +2,5%) e dei beni energetici non regolamentati che tuttavia continuano ad aumentare a ritmi sostenuti (da +9,5% del mese precedente a +9,3%).

L'«inflazione di fondo», al netto degli energetici e degli alimentari freschi rimane stabile a +0,8%, mentre quella al netto dei soli beni energetici registra una lieve decelerazione da +1,1% a +1,0%. L'inflazione acquisita per il 2018 è +1,2% per l'indice generale e +0,8% per la componente di fondo. La diminuzione congiunturale dell'indice generale dei prezzi al consumo si deve prevalentemente a fattori di natura stagionale come il calo dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (-4,9%) e, in misura più contenuta, dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,9%).


VACANZE, EFFETTO BASSA STAGIONE  Effetto bassa stagione. Il calo dei prezzi al consumo di settembre, diminuiti dello 0,4% rispetto ad agosto, è dovuto soprattutto ai ribassi di biglietti aerei e servizi turistici, secondo i dati preliminari dell'Istat. Chi è partito a settembre, infatti, ha trovato voli meno cari del 26,2% rispetto a chi ha fatto le classiche ferie d'agosto. E sconti ancora maggiori, rispetto al mese precedente, hanno contraddistinto i pacchetti vacanza nazionali (-29%) e le tariffe di villaggi vacanze, campeggi e ostelli (-26,6%). Rispetto all'estate del 2017, però, quasi tutti questi servizi hanno visto degli aumenti: i voli sono rincarati dell'11% e i villaggi vacanze dello 0,6%. Solo i pacchetti turistici nazionali sono diventati più convenienti, grazie a un calo dei prezzi dell'1%.

FEDERCONSUMATORI: 444 EURO Il tasso di inflazione dell'1,5% stimato dall'Istat a settembre rimane «comunque ancora elevato, che determina aggravi per ogni famiglia di circa 444 euro annui», secondo l'analisi di Federconsumatori. «Ad aggravare tale andamento - continua l'associazione in una nota - contribuiscono i rincari annunciati ieri dall'Arera, che contribuiranno a rendere ancora più onerosa una voce molto dispendiosa per i cittadini: la bolletta dell'energia elettrica e del gas». «Per far fronte all'aumento di spesa prospettato, si rende sempre più urgente un intervento del Governo teso alla redistribuzione dei redditi e alla creazione di nuove opportunità in ambito occupazionale, che siano però stabili e non all'insegna della precarietà e dell'incertezza.». afferma il presidente della Federconsumatori, Emilio Viafora.

CODACONS, 586 EURO «L'inflazione frena a settembre ma il rialzo dei prezzi continua ad avere effetti sulle tasche delle famiglie italiane». Lo afferma il Codacons, commentando i dati diffusi oggi dall'Istat. «L'inflazione all'1,5% si traduce in una maggiore spesa annua pari a +462 euro per la famiglia 'tipo', spesa che sale a +586 euro all'anno se si considera un nucleo con due figli», spiega il presidente Carlo Rienzi. «A pesare in particolare sulle tasche dei consumatori - continua Rienzi è ancora una volta il comparto trasporti, che segna a settembre un incremento tendenziale del +4,1%: ciò significa che una famiglia media spende su base annua +143 euro per i propri spostamenti (+218 euro un nucleo con due figli)». Non va meglio sul fronte alimentare: qui i rincari sono più elevati rispetto la media dell'inflazione e per i beni alimentari (lavorati e non lavorati) raggiungono complessivamente quota +2,1%, determinando un maggior esborso per l'alimentazione pari a +115 euro annui per la famiglia tipo e addirittura +155 euro per un nucleo con due figli.

UNC, BATOSTA DA 489 EURO L'inflazione all'1,5% a settembre, secondo i calcoli dell'Unione nazionale consumatori, è «una stangata» di 489 euro su base annua per una coppia con un figlio, la famiglia più diffusa in Italia.

I rincari sono di 319 per i beni acquistati più frequentemente e 140 sono destinati alle compere di tutti i giorni. Per una coppia con due figli, la famiglia tradizionale di una volta, questo livello di inflazione comporta una maggior spesa annua complessiva di 501 euro, 349 euro per i beni ad alta frequenza di acquisto, 158 euro per il solo carrello della spesa, ossia per gli acquisti quotidiani, 140 per il cibo, 217 per i trasporti. «Finalmente l'inflazione rallenta la sua corsa che durava ininterrottamente da 6 mesi. Anche se il dato di oggi resta pur sempre il triplo rispetto al +0,5% di aprile, speriamo che si tratti di un'inversione di tendenza. Positivo, in particolare, il rallentamento della crescita del carrello della spesa e dei beni ad alta frequenza di acquisto» afferma il presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona.

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