Parte l’operazione condono delle vecchie cartelle esattoriali fino a cinquemila euro per singolo ruolo. Riguarda le cartelle non ancora riscosse e contestate fino al 2010. Potranno usufruire del condono solo i contribuenti, persone fisiche oppure enti o società, che nel 2019 hanno avuto un reddito imponibile non superiore a 30.000 euro. Il nuovo stralcio, secondo le prime stime, dovrebbe riguardare circa 16 milioni di cartelle. Ieri l’Agenzia delle Entrate, con una circolare firmata del direttore Ernesto Maria Ruffini, ha stabilito le modalità tecniche dell’attuazione della norma prevista dal decreto Sostegni. L’obiettivo è quello di svuotare il magazzino fiscale dei vecchi ruoli difficilmente esigibili e concentrarsi sugli altri. Un’operazione simile è già stata fatta nel 2018, ma in quel caso riguardava i singoli debiti fino a mille euro e non poneva limiti reddituali.
LA PLATEA
Così come allora, anche adesso i contribuenti che rientrano nei requisiti richiesti non dovranno fare nulla: lo stralcio sarà automatico.
La circolare spiega quali sono i debiti con il fisco che possono essere annullati. Vi rientrano tutti quelli affidati all’agente della riscossione tra il primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2010 da qualunque ente creditore (salvo i debiti espressamente esclusi, elencati nel documento di prassi) di importo residuo alla data del 23 marzo 2021 fino a 5mila euro. Nel tetto massimo rientra il capitale, ma anche gli interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni. Restano esclusi dal calcolo gli aggi e gli interessi di mora e le eventuali spese di procedura.
È chiarito che il tetto di cinquemila euro è riferito ai singoli ruoli. Cosicchè se in una stessa cartella ci sono più ruoli (cosa abbastanza diffusa) il calcolo deve essere fatto per ogni carico. Prendiamo come esempio una cartella di 12.000 euro, composta da tre ruoli: il primo compreso di interessi e sanzioni di 4.000 euro, il secondo di 3.000, il terzo di 12.000. La cartella sarà completamente annullata. Lo stralcio si applica anche ai debiti rientranti nella «Rottamazione-ter», nel «Saldo e stralcio» e nella «Riapertura dei termini». Sul sito internet dell‘Agenzia delle entrate-Riscossione è possibile verificare se i debiti ammessi alle predette definizioni agevolate possono essere oggetto di annullamento.
I PALETTI
Importante il requisito reddituale. Come detto il condono vale solo per i contribuenti con redditi fino a 30.000 euro. C’è un paletto temporale: si andranno a guardare i reddito del 2019.
I contribuenti, quindi, che hanno avuto un calo consistente di reddito nel 2020 a causa della pandemia non rientrano nella platea interessata dal condono.
Secondo i dati della stessa Agenzia delle Entrate ammontano a oltre 986 miliardi di euro i debiti ancora non riscossi nel magazzino fiscale. Il 41% di questa cifra (405 miliardi) è riferita a debiti intestati a soggetti deceduti, falliti, nullatenenti, ditte cessate: insomma somme che mai il fisco riuscirà a recuperare. Ma in realtà secondo le stime del governo ben il 90% delle cartelle esattoriali che affollano il magazzino fiscale sono di fatti inesigibili.