Mostra ecosostenibile, quando l'arte difende la natura

Mostra ecosostenibile, quando l'arte difende la natura
di Marinilde GIANNANDREA
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Mercoledì 2 Luglio 2014, 18:17 - Ultimo aggiornamento: 18:18
Negli intrecci tematici più ricorrenti degli ultimi cinquant’anni arte ed ecologia s’incontrano frequentemente sul terreno del rispetto dell’ambiente e con un impegno reciproco concentrato sulla salvaguardia e sulla tutela. Ne offre un saggio la mostra “Arte e Ecosostenibilità”, a cura di Lidia Carrieri e Anna D’Elia, della Fondazione Noesi di Martina Franca con una selezione di artisti italiani sensibili alla questione ecologica (la mostra resterà aperta fino al 3 agosto, venerdì, sabato, domenica dalle 18 alle 21). In prima linea Gianfranco Baruchello, uno dei veterani dei legami tra arte e natura, che per la mostra ha realizzato un lavoro ad hoc con il reciproco dono di “Un metro cubo di Terra – Earth exchange”.



Il terreno biologico, raccolto nelle campagne della Fondazione Baruchello, è stato scambiato con quello proveniente dall’agro di Martina Franca; in mostra la grande cassa di legno, che sarà svuotata alla chiusura del 3 agosto, insieme alla documentazione fotografica del processo di “rimescolamento” ­– realizzata Cosmo Laera per Martina – in un matrimonio ancestrale legato al valore delle origini e alla solidità della terra, temi al centro di un ampio dibattito socio-culturale che sostiene oggi un necessario ritorno all’agricoltura Diego Bonetto dall’attraversamento della Fondazione Baruchello a S. Cornelia restituisce una nuova idea di paesaggio con la varietà delle piante e delle coltivazioni naturali. Alle azioni pubbliche di Emilio Fantin spetta il compito di riportare la questione nella sua dimensione sociale e pedagogica con particolare attenzione alle relazioni tra arte e l’agricoltura biodinamica.



Per riaffermare il legame dell’uomo con i luoghi naturali ha realizzato in occasione della mostra un workshop con l’Accademia di Belle Arti di Bari. Pietro Gilardi riflette sul rapporto tra natura e biotecnologie seguendo una nota lievemente ironica e pop. Espone “Controcorrente”, un sedile-tronco in poliuretano, che ha all’interno un meccanismo sonoro. Si attiva e fa risuonare il rumore scrosciante di un torrente se un ignaro spettatore si siede. I due video, “Albatros” e “Climate Change” sono invece più seriamente connessi alle prospettive di miglioramento offerte dalle tecno scienze e alla denuncia dei cambiamenti climatici del pianeta.



La Puglia è terra di pietra e dalle cavità delle grotte dell’alta Murgia Vito Maiullari trae la forza stratificata del calcare con un’imponente installazione che trasforma la pesantezza della pietra di Apricena in una serie di leggere e sospese “Risonanze”. Un meccanismo elettronico memorizza le vibrazioni sonore provocate dal tocco degli spettatori e le fa riascoltare sommando gesti e suoni all’interno di cerchio vitale e dentro equilibri e vibrazioni terapeutiche. Una capacità di catturare il valore poetico ed estetico della natura che si ritrova anche nelle due giovani presenze femminili.



La monumentale fotografia di Maria Grazia Pontorno riproduce un gigantesco ulivo che sembra staccarsi dal suolo. In realtà l’immagine è stata realizzata con grafica 3D e allude al depredamento degli alberi secolari che dalle campagne di terra rossa sono trasportati nelle ville e nei giardini privati del nord o piantati nelle malinconiche rotonde delle nostre città. Per Luana Perilli la natura è legata all’uso degli oggetti quotidiani, all’anima che abita le cose. Ecologia è nella sua etimologia “il discorso sulla casa” e dunque i vecchi cassetti semoventi diventano erbari e organismi viventi mentre nel video “Superorganism” gli oggetti domestici sono invasi da una colonia di formiche allevata dall’artista e osservata nella sua equilibrata armonia comunitaria.





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