Laura Ephrikian si racconta in un libro: «Ecco come ho scoperto di essere armena»

Laura Ephrikian si racconta in un libro: «Ecco come ho scoperto di essere armena»
di Claudia PRESICCE
5 Minuti di Lettura
Mercoledì 17 Novembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 11:55

Il giardino della vita di una donna come lei non può che essere un caleidoscopio cromatico senza fine, dove convivono i toni rosa antico dei profumi della lunga storia della sua famiglia originaria, insieme alle tante sfumature delle fragranze agrodolci del bouquet del suo denso percorso esistenziale. Laura Ephrikian è riuscita a restituire tra le pagine di “Una famiglia armena” (Spazio cultura edizioni), la sua ultima opera narrativa che da domani presenterà in tre date pugliesi (nel box tutti i dettagli), storie e volti di un film appassionante e intenso, costruendo un tappeto narrativo su cui prende vita la sua storia e quella della sua famiglia di origini armene. 

L'attrice si racconta nelle pagine del suo nuovo libro


Attrice con un curriculum in teatro, cinema e tv, poi tante altre cose e anche autrice impegnata, Laura è stata sposata con Gianni Morandi, una vita fa. È una storia, quella narrata nel libro, dentro la quale lei trascina il lettore in punta di piedi, sommessamente sin dalle prime pagine raccontando il fluire degli eventi nella vita di una bambina nata a Treviso nel giugno del ’40, mentre nei cieli d’Europa si incrociavano le scie di aerei militari impegnati in disastrose operazioni belliche. E lei, di essere nata in una famiglia sui generis se n’era accorta già quando le avevano cominciato a chiedere conto dello strano cognome che portava. 
Era figlia di Angelo Ephrikian, compositore e musicista italiano di origini armene che lei descrive «affascinante, intenso, sofferto». Aveva un trisavolo console nel 1828, e Akop, il nonno paterno, figura emblematica per la famiglia Ephrikian, con baffi e occhi nerissimi era rimasto da solo da giovane, in seguito ad uno dei tanti eccidi episodici perpetrati dai Turchi anche prima del noto genocidio del 1915. «Ben prima del 1915 gli Armeni – spiega Laura Ephrikian – avevano posti di grandissimo impegno in quasi tutti i settori economici della Turchia, basti pensare che 16 delle 18 banche più importanti dell’Impero ottomano erano armene». L’unico legame con gli Armeni da bambina era questo strano nonno che non parlava bene l’italiano e che la chiamava col nome armeno Gaianè: «Con quel nome gentile mi faceva entrare nel suo mondo segreto, che più tardi avrei tanto amato e che mi avrebbe fatto sentire, in buona parte, armena». 

La ricostruzione delle sue origini


La storia ricostruita di Akop racconta qui quella di un intero popolo che si trovò all’alba del ‘900 ad essere perseguitato perché visto come “nemico” nella propria stessa terra, perché visto come antagonista della costruzione di una forte identità turca. «Odio e invidia armarono i Giovani Turchi che decisero per tutti: l’Armenia deve sparire.

E così fu: il primo genocidio del XX secolo, studiato a tavolino, decretò lo sterminio di tutti gli Armeni, più di un milione e mezzo di uomini, donne e bambini…» scrive Laura in pagine molto accorate, ricche di dettagli e pensieri. E lei crebbe così, dopo la guerra che presto finì, con i tanti discorsi di una grande famiglia, il Natale con le storie dei genitori partigiani (come altri familiari) illuminati, tra nonni, zie, mezzadri e fantesche, e poi ospiti e tanti personaggi ai quali sono dedicati brevi sentiti capitoli, sempre con una diversa palpabile frequenza emozionale. La sua storia di donna, annunciatrice tv e poi attrice di successo, segnò il capitolo dell’età adulta senza però interrompere quello del legame con un padre adorato fino all’ultimo respiro, così come una madre e una famiglia intera che è di quelle che restano dentro ovunque si vada nella vita, qualunque cosa si faccia. 

La sua vita con Gianni Morandi


Arrivò presto Gianni Morandi, un amore importante e travolgente durato tredici lunghi e bellissimi anni. «Il parco di casa mia era come un paradiso in cui tra fiori, cani, gatti, caprette e pavoni vivevamo una vita da favola» parla così, e in tanti altri punti del libro sempre gonfi di gioia e passione del suo matrimonio incredibile, durato dal ’66 al ’79 e dal quale sono nati i suoi figli Marianna e Marco (e anche la primogenita Serena vissuta solo poche ore). La storia di Laura Ephrikian, che dovette cambiare il nome in Efrikian per lo star system, prese allora una nuova piega, anche se nel libro confessa più volte che quegli anni di costruzione e passione con Gianni, con i bambini desiderati, e con una spensieratezza di due giovani di successo che si amavano perdutamente, sono rimasti il periodo più felice della sua esistenza, tra grandi risate e grandi amicizie, una casa meravigliosa da cui sono passati tra i più grandi protagonisti dello spettacolo e della cultura del secondo Novecento italiano.

«Me ne andai un martedì mattina – scrive – Gianni mise un disco di Battisti a volume altissimo mentre io aiutavo a caricare le mie poche cose in un furgoncino; appoggiato al camino, cupo, le braccia conserte, mi lasciava compiere l’ultima amputazione senza fare un gesto, o dire una parola». Questo è un libro pensato, un concentrato di eventi ben srotolati così come la memoria li ha incastrati ad altri fatti, il cui contenuto è difficile da licenziare nello spazio di una recensione. Racconta la storia di una donna e di più generazioni, di echi tardo novecenteschi e di un mare di sogni e gentili nostalgie in cui sarà facile per tutti ritrovarsi.
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