Taila Semerano, dalla Bocconi al ritorno in Puglia: «Volevo vivere qui. Così ho vinto il premio di miglior gelateria emergente». La storia

Taila Semerano
Taila Semerano
di ​Andrea ZACCARIA
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Mercoledì 24 Gennaio 2024, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 06:59

Da Ostuni a eccellenza nazionale, seguendo le orme di nonno "Ciccio". Taila Semerano, una laurea in Economia e commercio alla "Bocconi" si aggiudica il premio di Miglior gelatiere emergente per il 2024 del Gambero Rosso. Taila è protagonista di un riconoscimento che valorizza l'intraprendenza, la passione, il coraggio e, nel suo caso, anche la tradizione familiare. Una storia iniziata nel 1964 con l'apertura della pasticceria "Da Ciccio" ad Ostuni a cura di Francesco Capriglia, decano dei pasticceri pugliesi.

Taila, si aspettava questo premio?
«È stata una grande sorpresa sono stata invitata alla premiazione ma non sapevo quale premio mi fosse stato assegnato. L'ho scoperto direttamente quando hanno pronunciato il mio nome al microfono, ed è stata una grandissima emozione».
La scelta di tornare nella città bianca dopo gli studi a Milano è stata semplice?
«Sì, perché ho sempre avuto, sin da bambina, il desiderio di proseguire con l'attività di famiglia e ho sempre lavorato per questo. I miei genitori mi portavano al Sigep di Rimini da piccola ed era per me una grande emozione vedere questi ragazzi che ricevevano premi. Oggi fa un certo effetto trovarmi qui da protagonista. Devo ringraziare tanto la mia famiglia che mi ha sempre lasciata libera di scegliere. Volevo tornare ad Ostuni perché sono convinta che ci sia un grandissimo potenziale. È una città meravigliosa, nel mio piccolo vorrei contribuire alla sua valorizzazione».
Un premio con una dedica speciale, che affonda le radici nel passato.
«Una dedica a mio nonno Ciccio, scomparso nel 2020. Valori e passioni condivisi e tramandati alla famiglia. Se nonno avesse saputo di questo premio sicuramente si sarebbe commosso ed emozionato. La cosa più bella del nostro rapporto è sempre stato il contatto emotivo senza mai la necessità di parlare troppo, soprattutto la complicità nel modo di fare e di pensare».
 

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