Processo sulle opere per la security portuale: il giudice “bacchetta” il pm. Patroni Griffi, prosciolto, se la prende con l'amministrazione Rossi

Il sequestro di uno dei varchi portuali
Il sequestro di uno dei varchi portuali
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Domenica 16 Luglio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:11

Non ha risparmiato critiche e considerazioni su una presunta visione distorta del ruolo di pubblico ministero che avrebbe avuto il magistrato Raffaele Casto, il giudice Maurizio Saso nelle 109 pagine di motivazioni della sentenza che il 13 aprile scorso ha assolto il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico, Ugo Patroni Griffi, funzionari dello stesso ente, funzionari comunali ed anche l’europarlamentare Maria Angela Danzì, ex sub commissario prefettizio a Brindisi, dall’accusa di avere forzato la mano su una serie di opere portuali.

Tutti assolti «dopo aver atteso sei lunghi anni»

Per tutti gli otto imputati il pubblico ministero Casto aveva chiesto la condanna, l’esito del processo (con rito abbreviato) ha visto invece l’assoluzione per ognuno dei 23 capi di imputazione.Dinamiche ordinarie del processo penale, se non fosse che - a parere di chi ha esteso la sentenza - il titolare dell’inchiesta avrebbe forzato spesso la mano. Senza dimenticare il troppo tempo trascorso per arrivare alla sentenza di primo grado: «La disamina che precede», scrive il giudice del processo nella parte della sentenza dedicata alle conclusioni, «fa emergere con indiscutibile evidenza la totale infondatezza, oggettiva e soggettiva, delle imputazioni. Si deve, purtroppo, prendere atto che gli imputati hanno dovuto attendere ben sei lunghi anni per vedere affermata la loro innocenza».

Un approccio sbagliato all'obbligatorietà dell'azione penale

Fatta questa premessa, il giudice Saso si è soffermato sulla nozione di azione penale, sulla stortura di un atteggiamento persecutorio e sulla sofferenza dell’imputato: «L’azione penale è obbligatoria ma proprio perché provoca, in chi subisce il processo, innegabili sofferenze, richiede un’accurata valutazione degli elementi raccolti sia in fatto che nella disamina delle questioni giuridiche, evitando il rischio di un atteggiamento pregiudizialmente accusatorio, autoreferenziale e privo di qualunque considerazione dell’interpretazione emersa sia dai precedenti in materia, che, addirittura, sulla specifica questione». Il riferimento è anche all’ordinanza con cui la giudice per le indagini preliminari, Stefania De Angelis, respinse le richieste di arrestare alcuni imputati, soffermandosi sull’insussistenza delle contestazioni, nonché sulle pronunce della giustizia amministrativa sulla regolarità delle opere contestate dalla Procura.

Le critiche del giudice nei confronti del pubblico ministero

L’ultima parte appare una vera e propria accusa di parzialità al pubblico ministero: «E invece, in questo processo, non solo sono state “scelte” persone da non imputare per gli stessi fatti addebitati ad altri, ma si è costruita un’accusa portando avanti, in modo ossessivo, una tesi giuridica sconfessata dai giudici amministrativi e, perfino, alterando la struttura di alcune imputazioni rispetto alla fisiologica e pacificamente riconosciuta configurazione». Le opere oggetto del processo sono la recinzione dell’area portuale dalla Stazione marittima fino alla banchina di Punta dell’Arco, 17 varchi portuali, una strada nell’ex area Sisri, un ponte su Fiume Piccolo ed una tettoia di cemento armato. Lottizzazione abusiva, frode nelle pubbliche forniture, falsità commessa da pubblico ufficiale, abuso di ufficio pluriaggravato in concorso e pericolo di inondazione colposa, reati del 23 capi di imputazione ritenuti insussistenti “perchè il fatto non sussiste” (per 21 casi) e “per non aver commesso il fatto” (per i restanti due casi).

Respinte tutte le richieste di condanna

Il pm Casto aveva chiesto la condanna del presidente dell’Authority, Ugo Patroni Griffi, 56 anni, di Noicattaro, a 4 anni, 1 mese, 15 giorni e 25mila euro di ammenda; di Aldo Tanzarella, 58 anni, di Brindisi, dirigente dell’area Demanio, Lavoro portuale e Sicurezza dell’Authority, a 7 mesi, 15 giorni di arresto e 15mila euro di multa; di Teodoro Indini, 64 anni, ingegnere e dirigente del settore Urbanistica del Comune, a 3 anni e 4 mesi di reclusione; dell’europarlamentare Maria Angela Danzì, 65 anni, di Milano, ex sub commissario prefettizio a Brindisi, a 3 anni, 4 mesi, 15 giorni e 25mila euro di ammenda; dell’imprenditore Pierluigi Aloisi, 76 anni, di Roma, a 1 anno, 2 mesi, 15 giorni e 30mila euro di ammenda; di Antonio Iaia, 60 anni, ingegnere del Comune di Brindisi, a 2 anni; di Antonella Antonazzo, 44 anni, di Brindisi, a 1 anno e 1.600 euro di multa; e di Francesco Di Leverano, 56 anni, di Brindisi, ingegnere dell’Authority, a 6 anni, 3 mesi, 15 giorni e 25mila euro di multa.

Sono difesi dagli avvocati Vito Epifani, Amilcare Tana, Mario Guagliani, Giustina Giordano, Anita Mangialetto, Mauro Masiello, Luciano Marchianò, Carlo Enrico Paliero e Rosario Almiento.

Le accuse di Patroni Griffi nei confronti della passata amministrazione

Le motivazioni dell’assoluzione rappresentano, per il presidente dell'Autorità di sistema, la dimostrazione della incapacità di alcuni uffici del Comune di Brindisi e della precedente amministrazione comunale che ne avrebbe avallato l’operato. A scriverlo, in diversi post sulla sua pagina Facebook, è stato proprio Patroni Griffi, citando alcuni passaggi specifici delle motivazioni dell’assoluzione da parte del giudice per l’udienza preliminare (per questo caso era stato scelto il rito abbreviato) Maurizio Saso. “L’intervento nel porto di Brindisi, come l’amministrazione comunale di Brindisi ed i suoi funzionari sembravano avere dimenticato, era primariamente finalizzato al soddisfacimento degli obblighi internazionali gravanti a carico dello Stato italiano in forza dei quali la recinzione di security non è un orpello estetico ma un’opera essenziale ed irrinunciabile”, scrive nelle motivazioni il gup. Parole a fronte delle quali Patroni Griffi commenta: «Una pessima amministrazione. Una grandiosa fucina di atti ostativi e pareri farlocchi che sembrano usciti dalla viva penna del Conte Mascetti, con l’unico intento di bloccare lo sviluppo del porto». In un post successivo, invece, il presidente dell’Autorità di sistema portuale pubblica altri stralci delle motivazioni e aggiunge a commento: «La verità è sempre rivoluzionaria». Poi, Patroni Griffi cita il vangelo di Matteo: “Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”. Infine conclude, tornando all’attacco della passata amministrazione comunale: «Ora spero si faccia chiarezza sulle ragioni dei molti pareri farlocchi che hanno consentito, e tutt’ora consentono, di tenere in ostaggio il porto e minare lo sviluppo della città».

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