Marino: «Se non c'è lo sponsor di Enel potremmo chiudere col basket»

Nando Marino
Nando Marino
di Roberta GRASSI
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Mercoledì 31 Maggio 2017, 12:14 - Ultimo aggiornamento: 12:59
BRINDISI - «Potremmo prendere in seria considerazione l’eventualità di chiudere la favola basket Brindisi». Dovessero manifestarsi determinate condizioni, una in particolare: «Un contributo Enel per la sponsorizzazione non in linea con le nostre aspettative». Nando Marino, presidente della New Basket Brindisi, non usa mezzi termini. Non ci sono ancora proposte ufficiali sul tavolo. Lstagione che verrà va programmata per tempo. Le pratiche per l’iscrizione al campionato sono state avviate. Ma senza il main sponsor, senza un contributo consistente, si potrebbe valutare l’ipotesi di vendere il titolo.
Marino, si rincorrono da tempo notizie su un ridimensionamento dell’apporto dell’Enel alla squadra di Basket.
«Non abbiamo al momento ricevuto alcuna proposta. Ma abbiamo le idee chiare su quali siano le nostre aspettative: abbiamo più volte detto che chiediamo a Enel il rispetto della nostra storia sportiva degli ultimi 5 anni. I risultati conseguiti sono stati brillanti. Da quanto emerge dagli studi fatti dagli advisor nazionali sull’esposizione del marchio, per altro, attraverso la maglia, attraverso i giornali, risulta che l’investimento fatto da Enel a Brindisi è più basso rispetto al beneficio ricevuto».
Quindi?
«Quindi non capiamo come un’azienda che produce utili per 15 miliardi, che investe per il Giro d’Italia (e siamo tutti felici che lo faccia vista l’importanza storica della competizione) possa seguire una logica di riduzione del contributo a un progetto sportivo vincente che continua ad andare bene e che ha una sua cassa di risonanza a livello nazionale. Stiamo parlando di una delle squadre che è andata più spesso sui canali Sky ottenendo i migliori responsi in termini di audience migliori.
Che conclusioni ne trae?
«Non ne comprenderemmo la logica, se non quella di eliminare il progetto basket a Brindisi».
Il contesto è mutato, rispetto al passato. I cancelli della centrale Enel sono spesso presidiati dai lavoratori dell’indotto rimasti a casa. La produzione di energia si è dimezzata. Enel va verso una già programmata decarbonizzazione. Questo non potrà non avere dei riflessi sul territorio. A 360 gradi.
«Quando si avviò il programma di sponsorizzazione con Enel lo si fece sulla base di un meccanismo di ristoro. Di investimento sul territorio che era correlato al sito industriale. Oggi il ragionamento da fare deve necessariamente essere diverso. L’impegno deve essere parametrato ai risultati sportivi. Le vecchie logiche vanno accantonate. Ora Enel è un’azienda che fa utili e che ha un ritorno di immagine rilevante anche da Brindisi. Opera a Brindisi ed è comprensibile che le si chieda di avere riguardo per la città».
Qualora ciò non dovesse accadere?
«Qualora Enel dovesse fare una proposta non in linea con le nostre aspettative, considerando che i tempi della trattativa si sono già dilatati forse anche troppo, visto che abbiamo già inoltrato pratiche per l’iscrizione, potremmo seriamente prendere in considerazione di chiudere la favola basket a Brindisi. Naturalmente, di fronte a una manifesta volontà di Enel di tagliare i fondi».
E quindi? Venderebbe il titolo?
«Non è un’ipotesi da scartare. Ma solo se l’Enel dovesse veramente proporre un’offerta tale da indurci a chiudere la baracca».
Se il problema si è posto, evidentemente non ci sono notizie confortanti, dal vostro punto di vista.
«Sono sei mesi che li chiamiamo al tavolo e non ci fanno una proposta. Vorremmo ridiscutere dei bonus che non ci sono stati dati in passato, sulla base di un contratto firmato last minute a settembre. E parlare tra persone consapevoli. Non si sta ragionando su un problema di Marino, ma della città. Dell’unica realtà sportiva, o una delle poche, che negli ultimi anni ha raggiunto i massimi livelli».
Tra le preoccupazioni c’è anche quella della capienza del PalaPentassuglia. In contrada Masseriola si sta stretti.
«La questione palazzetto mi preoccupa molto meno. Dinanzi a un contratto biennale con le cifre giuste, tenuto conto che non vi saranno variazioni negli investimenti dei soci, ci sarebbero le possibilità anche per poter pensare in grande a una nuova casa del basket. Ma tutto passa attraverso il finanziamento dell’Enel».
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