Rapina e sequestro di persona, follia al centro di accoglienza

Rapina e sequestro di persona, follia al centro di accoglienza
2 Minuti di Lettura
Sabato 21 Novembre 2015, 01:35 - Ultimo aggiornamento: 5 Novembre, 09:20
Due ore e mezzo di terrore sono quelle passate martedì mattina dai 5 operatori dello Sprar “Farah”, struttura di accoglienza per soggetti vulnerabili, a Latiano, minacciati di morte da due ex ospiti in cerca di soldi. Mina Mekhail, 27enne di nazionalità egiziana, e Rapahel Jimoh, 24enne di nazionalità nigeriana, entrambi domiciliati a Latiano, martedì mattina, intorno alle 10, si sono recati presso lo Sprar “Farah”, sulla via per San Vito dei Normanni, armati di un coltello e di tante cattive intenzioni. I due giovani africani erano già stati ospitati presso la struttura che, quindi, conoscevano bene: non hanno avuto grosse difficoltà ad avere accesso ai locali nei quali avevano passato qualche tempo e dove, saltuariamente, tornavano ancora per ricevere dagli operatori un pasto caldo.



Stavolta, però, il loro obiettivo non era un piatto di pasta: una volta avuti a tiro i 5 educatori, tra cui l'assistente sociale, la psicologa, il mediatore linguistico e l'ausiliaria, hanno tirato fuori un coltello e hanno minacciato di morte il personale presente se questi non avessero obbedito ai loro ordini. Nel frattempo, i due hanno provveduto a isolare lo stabile, manomettendo gli impianti elettrico e telefonico, onde evitare che a qualcuno venisse in mente di chiamare le forze dell'ordine.



Fortunatamente, uno degli operatori, approfittando di un momento di distrazione di entrambi i malviventi, è riuscito a digitare il 112 sulla tastiera del proprio telefonino, chiamando i carabinieri e raccontando brevemente il pericolo che stavano correndo.

L'intervento dei militari dell'Arma della stazione di Latiano, agli ordini del maresciallo Luigi D'Oria, è stato rapido e risolutivo: i carabinieri hanno interrotto l'azione criminale e hanno immobilizzato e disarmato i due, arrestandoli. Dopo le formalità di rito, Jimoh e Mekhail sono stati trasferiti in una cella del carcere di Brindisi. I due giovani arrestati dai carabinieri erano già noti in paese e alle forze dell'ordine per aver assunto, già in altre occasioni, comportamenti che hanno superato i limiti delle regole esistenti. Prima delle manette, sia l'egiziano che il nigeriano erano in attesa di regolarizzare la propria posizione nel nostro Paese, essendo scaduti i termini delle precedenti autorizzazioni in loro possesso.



L'obiettivo preso di mira dai malviventi, lo Sprar “Il sorriso”, non è casuale: la struttura aveva già ospitato entrambi ma, proprio a causa dei loro comportamenti passati, avevano perso il diritto al soggiorno nel centro, dove, però, tornavano ogni tanto, vista la benevolenza del personale operante. Ora, i due dovranno accontentarsi del rancio della prigione. Per la tempestività e l'incisività dell'operazione di ieri e per l'impegno profuso quotidianamente nella tutela della comunità e nella prevenzione e repressione del crimine, invece, i carabinieri della stazione di Latiano hanno ricevuto gli elogi dei vari gradi della gerarchia dell'Arma e quelli delle autorità locali, a riprova del ruolo essenziale che i militari ricoprono in paese.
© RIPRODUZIONE RISERVATA