Gli sposini lasciano le candele accese a Palazzo Nervegna, il Comune vuole chiedere i danni

Gli sposini lasciano le candele accese a Palazzo Nervegna, il Comune vuole chiedere i danni
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Sabato 5 Dicembre 2015, 11:51
Rischia, come minimo, una sanzione pecuniaria compresa tra 50 e 400 euro, per non parlare della probabile richiesta di risarcimento dei danni, la coppia di sposini che giovedì sera ha celebrato il matrimonio nella Sala del Capitello all’interno del palazzo della ex Corte d’Assise di Brindisi, che insieme a palazzo Nervegna costituisce la sede di rappresentanza del Comune, dove anche il sindaco ha i propri uffici.

Dopo la cerimonia, infatti, non sono state rimosse le grandi candele alla citronella che si trovavano ai lati del viale d’ingresso del cortile esterno della ex Corte d’Assise. La cera, quindi, ha continuato a sciogliersi fino a quando non è fuoriuscita - in alcuni casi, forse, con l’aiuto di un colpo ben assestato da parte di ignoti - e si è depositata sulle antiche e preziose pietre del palazzo, ristrutturato insieme a quello attiguo all’inizio degli anni Duemila dopo un lungo periodo di abbandono.
La cera ha ricoperto diversi punti del viale di ingresso ma anche gli elementi architettonici che si trovano ai lati del portone di accesso al palazzo, che si affaccia direttamente sulla Sala del Capitello. Una materia giallognola che ricorda immagini non proprio gradevoli e che, oltre ad essere di difficile rimozione su una pietra porosa come quella del viale di ingresso, rischia di creare danni permanenti a materiali che hanno alle spalle centinaia di anni di storia. E per il cui recupero, tra l’altro, sono stati spesi diversi milioni di euro di denaro pubblico.
Quando si è scoperto il danno, il giorno successivo, è scoppiato il putiferio. E naturalmente, il primo passo è stato proprio quello di risalire alla coppia di novelli sposi. Che, quindi, saranno accolti da una brutta sorpresa al ritorno dal loro viaggio di nozze. «Hanno riempito di cera - contesta il sindaco Mimmo Consales - tutto il piazzale della ex Corte d’Assise. E poi volevano anche entrare con la macchina. Ora abbiamo fatto fotografare tutto quello che hanno combinato e dopo di che avvieremo un’azione risarcitoria. Non tanto per i danni, che sono minimi, ma perché in un luogo del genere non ci si può comportare come se si stesse a casa propria». Il complesso della ex Corte d’Assise e di palazzo Nervegna, infatti, è uno dei luoghi storici della città, oltre che una delle poche testimonianze del periodo compreso tra il XVI e il XVIII secolo. Per non parlare del suo valore simbolico che ricorda la rinascita, in termini culturali oltre che di legalità, dopo i periodo bui del contrabbando e, più tardi, della cosiddetta “tangentopoli brindisina”.

In queste ore, ad ogni modo, è in corso la valutazione rispetto all’iter da seguire: “semplice” multa o richiesta di risarcimento danni. «Stiamo valutando - spiega infatti il comandante della polizia municipale Teodoro Nigro, i cui agenti ieri mattina hanno provveduto a verificare lo stato dei luoghi - la soluzione più efficace e più veloce. Stiamo acquisendo la ricostruzione sul campo: gli agenti hanno fotografato e ispezionato l’area e prepareranno una relazione sull’accaduto. Relazione che lunedì saràa inviata al settore Beni monumentali, a cui fa riferimento il complesso di palazzo Nervegna, il settore Patrimonio e, naturalmente, l’Ufficio legale. Saranno loro, che ne hanno competenza, ad occuparsi della valutazione rispetto alla soluzione più consona da adottare in questo caso».
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