Carovigno, dal Tribunale via libera a Lanzilotti e Leoci: «Possono candidarsi»

Massimo Lanzilotti e Francesco Leoci
Massimo Lanzilotti e Francesco Leoci
di Maria GIOIA
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Mercoledì 26 Gennaio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 14:09

Massimo Lanzilotti e Francesco Leoci sono candidabili alle prossime elezioni. È quanto disposto dal Tribunale di Brindisi, sezione Civile. Questa pronuncia segue di pochi giorni l’assoluzione per l’ex primo cittadino di Carovigno e del già presidente del consiglio comunale, dopo le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione elettorale e voto di scambio.

Le indagini e il processo

Si tratta di due procedimenti distinti e non collegati negli esiti finali (uno in ambito civile l’altro sotto il profilo penale), entrambi riguardanti gli ex amministratori del Comune di Carovigno, sciolto per infiltrazione mafiosa nel marzo del 2021 da parte del ministero dell’Interno. Era stato lo stesso Ministero ad indicare in Massimo Lanzilotti e Francesco Leoci, le figure per le quali era necessario procedere con la declaratoria dell’incandidabilità, per il loro coinvolgimento nell’inchiesta “Reset”. Attività svolta dalla Dda di Lecce (da cui poi è scaturito lo scioglimento) riguardante la competizione elettorale del giugno del 2018 (vittoria al primo turno di Lanzilotti) e la gestione dei parcheggi a Torre Guaceto. In questa indagine sono coinvolte 9 persone: sette affronteranno il processo a partire dal 4 febbraio prossimo. Leoci e Lanzilotti, difesi dagli avvocati Gianvito Lillo, Cosimo Lodeserto e Claudio Consales, invece, sono stati assolti dopo la richiesta del rito abbreviato.
Nella pronuncia di ieri il Tribunale di Brindisi (giudici Alfonso Pappalardo, Paola Liaci e Luca Scuzzarella) ha precisato che «l’incandidabilità degli amministratori, in caso di scioglimento di un consiglio comunale, non è automatica, ma richiede una valutazione delle singole posizioni».

Le valutazioni dei giudici

Nella stessa sentenza il collegio brindisino ha richiamato l’ordinanza del gip titolare dell’inchiesta della Dda di Lecce dell’8 giugno 2020. In questo procedimento era già stata esclusa la sussistenza dell’aggravante del 416 bis (associazione di stampo mafioso). Circostanza ripresa dal Tribunale civile: «Non si evincono come affermato dal Gip, elementi idonei a ritenere provata né l’appartenenza dei Saponaro (vicini alle cooperativa che in passato ha gestito i parcheggi a Pennagrossa per l’oasi) e degli altri imputati ad associazioni di stampo mafioso, né il collegamento tra l’attività economica di Andrea Saponaro e clan mafiosi, risultando viceversa palese come quest’ultimo abbia agito per un proprio tornaconto di natura personale». I giudici del Tribunale di Brindisi aggiungono: «Una volta esclusi, perché non provati, i condizionamenti sull’attività amministrativa o comunque i collegamenti tra amministratori e la criminalità organizzata di stampo mafioso, anche l’attività di sponsorizzazione dei Saponaro in favore del candidato sindaco Massimo Lanzilotti, non giustificano un provvedimento di incandidabilità degli amministratori Lanzilotti e Leoci».

Lanzilotti: «Scioglimento illegittimo»

Pronuncia di ieri, così, che riapre ad un possibile ritorno in campo dei due in vista della prossima competizione elettorale a Carovigno, che potrebbe tenersi nel prossimo novembre per l’elezione del nuovo sindaco e del consiglio comunale. «Con questa sentenza è stato stabilito che non ci sono nostre responsabilità e che le richieste di incandidabilità non erano fondate. E lo si sapeva già dal giorno della pubblicazione dell’ordinanza del gip dell’8 giugno 2020. E non lo diciamo noi ma ben tre magistrati. Ma ci chiediamo - affermano Lanzilotti e Leoci - dopo l’assoluzione con formula piena nel procedimento penale e con questa pronuncia a noi favorevole, c’erano i presupposti per il disposto scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose? È legittimo e fondato quel provvedimento? Noi crediamo di no».

Gli ex amministratori aggiungono: «Il nostro augurio adesso è che tutto il lavoro che abbiamo lasciato possa essere portato avanti con serenità, che alla città possa essere restituita quella dignità che molto spesso è stata calpestata, e che chi dal quell’8 giugno ha calpestato tutto e tutti, a volte addirittura costruendosi una carriera, possa continuare a tacere. Milioni e milioni di euro di finanziamenti – concludono i due - sono stati ottenuti ed alcuni già inviati al nostro Comune. Il nostro auspicio è che non siano accantonati solo perché sono stati ottenuti dall’amministrazione Lanzilotti».

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