Emozionati gli studenti, emozionati i genitori, gli amici e i professori. Le mascherine non sono riuscite a contenere la commozione di poter vivere, nuovamente in presenza, la gioia di un primo e importante traguardo qual è la laurea. Ieri mattina nella sede del polo universitario Vittorio Valerio di Brindisi, si sono svolte, osservando scrupolosamente il distanziamento sociale e le normative in vigore per la prevenzione del contagio da Covid-19, le discussioni del corso di laurea triennale in Scienze Infermieristiche dell’Università degli Studi di Bari, “Aldo Moro”. Gli studenti, provenienti da ogni angolo della Puglia, hanno potuto condividere l’emozione di discutere il frutto del proprio lavoro di ricerca non solo di fronte alla commissione di laurea, ma attorniati da un numero massimo di sette persone tra amici e familiari.
Il ritorno alla normalità
Archiviati i mesi bui e difficili del lockdown - che hanno costretto alunni e docenti a svolgere le sessioni di laurea in modalità online mediante l’ausilio di piattaforme digitali - il gruppo dei futuri infermieri ha varcato con orgoglio le porte dell’edificio che sorge nell’ex ospedale Di Summa, per discutere la tesi conclusiva del proprio percorso di studi. Un gran bel da fare per la commissione visto il numero di laureandi in lista: circa una cinquantina i ragazzi chiamati a sostenere il colloquio conclusivo e solo dieci minuti a disposizione per far valere il proprio elaborato. Dotati di green pass e mascherine genitori e parenti hanno atteso il proprio turno all’esterno del polo universitario dedicato alla memoria del decano dell’ortopedia pugliese.
Una formazione continua
Il Presidente dell’Opi Brindisi Antonio Scarpa ha sottolineato come la professione sia in continua evoluzione e quindi richieda un continuo aggiornamento. «Con oggi - ha spiegato ai neo laureati in Scienze infermieristiche - diventiamo colleghi ma ricordate che la vostra formazione non si conclude certo con la discussione di laurea. L’infermiere non è più definito come “semplice operatore sanitario” dotato di un diploma abilitante, ma “il professionista sanitario responsabile dell’assistenza infermieristica”. Un professionista che, in quanto tale e anche nella sua individualità, assiste la persona e la collettività attraverso l’atto infermieristico inteso come il complesso dei saperi, delle prerogative, delle attività, delle competenze e delle responsabilità dell’infermiere in tutti gli ambiti professionali e nelle diverse situazioni assistenziali».