Peculato e corruzione: chiesto processo
per 4 imprenditori e 5 agenti forestali

Peculato e corruzione: chiesto processo per 4 imprenditori e 5 agenti forestali
di Roberta GRASSI
2 Minuti di Lettura
Martedì 17 Maggio 2016, 08:00
BRINDISI - Tirate le somme sul giro di presunte strizzatine d'occhio, assenze dal lavoro e telefonate dal cellulare di servizio che coinvolge un gruppo di appartenenti al corpo forestale dello Stato, il pm titolare del fascicolo Milto Stefano De Nozza ha ritenuto che il quadro sia perfino un pizzico più grave rispetto a quello tracciato nelle prime fasi.

Ed è così che, con qualche correzione “per eccesso” agli addebiti originari, è partita la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 9 persone, 5 dei quali in divisa, per ipotesi di reato che spaziano dal peculato alla corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio. Ci sono poi a vario titolo anche l'abuso d'ufficio, i reati ambientali, la rivelazione del segreto d'ufficio, il falso ideologico, e la truffa aggravata in danno dello Stato. Oltre a Gianfranco Asciano, di Carovigno, figurano nell'elenco i fratelli Giovanni e Massimo Rosselli, di Ostuni, anch'essi forestali (il primo comandante di stazione difeso da Mario Guagliani) e i colleghi Domenico Galati e Giovanni Bray, di Surano e Martignano. Infine gli imprenditori Vittorio, Ivan e Antonio Greco, di Brindisi e Giuseppe Caputo, di Tuturano. Sono assistiti dagli avvocati Vito Epifani, Augusto Conte, Federico Massa, Luigi Corvaglia, Oreste Nastari e Gianvito Lillo. Sei in tutto furono gli arresti eseguiti su ordinanza di custodia cautelare il 9 novembre scorso. La misura cautelare per alcuni dei forestali, è stata poi sostituita dal Tribunale del Riesame con una misura interdittiva della sospensione dal servizio. Gianni Rosselli e Giovanni Bray sono invece tornati in libertà.

L'udienza preliminare per tutti è fissata per il prossimo luglio dinanzi al gup Maurizio Saso. Rilevante nel tracciare una ricostruzione precisa dei fatti è stata per l'accusa la confessione di Asciano, che dopo aver scelto il silenzio nel corso dell'interrogatorio di garanzia, ha deciso di parlare davanti al sostituto procuratore titolare del fascicolo che è ora del tutto convinto che ci siano gli elementi perché il proprio teorema possa reggrere a dibattimento. Ai difensori la scelta, eventuale, di ricorrere a riti alternativi.

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA