Rampa chiusa dopo l'incidente col tir uscito fuori strada: indagini sul guard rail crollato

Il tratto di guard rail sfondato dal tir nell'incidente di sabato
Il tratto di guard rail sfondato dal tir nell'incidente di sabato
di Salvatore MORELLI
4 Minuti di Lettura
Lunedì 11 Marzo 2024, 05:00

Barriere di sicurezza sfondate dal passaggio di altri veicoli e un “cimitero” di pezzi sparsi, fatto di specchietti retrovisori, paraurti e fanali, accompagnano la rampa d'accesso dove sabato scorso, poco dopo le 7.30, un camion cisterna “Iveco” della ditta “Cascione” è precipitato da un cavalcavia per circa 10 metri dopo aver divelto un guard rail.

Nessun ferito grave

In ospedale è finita una camionista di 55 anni di Ceglie Messapica. Illesi due piccoli cani che viaggiavano nel tir al fianco della conducente. Un vero miracolo essere usciti da una cabina che si è schiantata completamente al suolo. Nei pressi dell'incrocio della morte (alla fine della statale Taranto-Brindisi, dove poco distante si incontra la sagoma dell'ospedale “Perrino”) è ora una rete arancione a indicare - insieme ad altra segnaletica stradale - che quella rampa di raccordo verso la tangenziale per Lecce è chiusa al traffico, al momento, in attesa del ripristino della barriera di protezione.

La barriera disintegrata

Un tratto in curva, quello “bucato” dal mezzo pesante e da un rimorchio che è andato a “sdraiarsi” di traverso tra il cavalcavia sottostante e un cordolo in cemento armato che sostiene la stessa rampa, a sua volta delimitato da altra rete e new jersey in plastica per indicare l'assenza di un guard rail che nel violento impatto si era accartocciato e squarciato. Pezzi di lamiera che sono rimasti in bilico nel vuoto, insieme alle ruote del rimorchio, fino a quando una grossa gru non ha liberato di ogni cosa quell'angolo che alle porte della città si interseca con via Appia. Una barriera protettiva che doveva impedire al camion cisterna “Iveco” di schiantarsi sull'asfalto sottostante, ma che si è invece “disintegrata” totalmente dopo il violento urto. 

Cosa non ha funzionato

Cosa non abbia funzionato nel corso di quell'impatto sarà ora studiato attraverso varie dinamiche (relative ad ogni aspetto dell'incidente). Per le proprie competenze, chiamata in causa l'Anas: la Società che gestisce la rete di strade statali e autostrade di interesse nazionale, che l'altro giorno ha visto impegnare operai ed altro personale per rimettere in sicurezza quello svincolo stradale, chiudendolo momentaneamente al traffico fino a quando quel guard rail non sarà nuovamente ripristinato per garantire sicurezza ai veicoli in transito. Spesso, quando avvengono simili incidenti, a mettere l'accento sullo stato della sicurezza che accompagna le strade italiane è una scarsa manutenzione delle barriere protettive, come un'assenza di controlli che dovrebbero garantire il contenimento dei veicoli che dovessero tendere alla fuoriuscita dalla carreggiata stradale. Le barriere di sicurezza stradale dovrebbero essere infatti idonee ad assorbire parte dell’energia di cui è dotato il veicolo in movimento, limitando gli effetti d’urto.

Ma è sempre così?

Barriera già colpita varie volte

Dopo l'incidente, è possibile rilevare (senza null'altra interferenza con quanto verrà stabilito nel corso delle indagini che riguarderanno la dinamica dell'incidente ed eventuali responsabilità) che la curva dove il camion cisterna “Iveco” è uscito fuori strada (finendo poi nel vuoto sottostante), presenta “tracce” di una barriera di sicurezza già “sollecitata” e danneggiata da precedenti impatti di altri veicoli che hanno lasciato inconfondibili segni d'usura, tra cui lamiere sfondate e pezzi (quelli ancora ben presenti sotto tutta la linea del guard rail posto in curva) di specchietti retrovisori, paraurti e fanali. Chiaro, nel tratto dove le lamiere si presentano sfondate, anche la presenza di bulloni di sostegno usciti dalla base in cemento armato. Ora, sul posto non sono esclusi altri sopralluoghi per fare ulteriore chiarezza su quanto accaduto.

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