Goletta Verde sbarca in città per ripulire i fondali del porto interno

Goletta Verde sbarca in città per ripulire i fondali del porto interno
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Martedì 25 Luglio 2023, 05:00

Dai bassi fondali del porto interno a Brindisi (nei pressi del lungomare Vespucci che si affaccia sul Seno di Ponente), ieri mattina - tra le 10.30 e le 12.30 - sono stati recuperati detriti di ogni genere e in particolare numerosi pneumatici nel corso di una pulizia coordinata dalla Capitaneria di porto di Brindisi con la partecipazione di sub e volontari di “The big wave diving centers” e di “Youth4Planet” di Legambiente Puglia. Così come era stato già prefissato per l’arrivo in città della nave Goletta Verde.

L'approdo

Una tappa che andrà avanti per tre giorni e con varie iniziative (tra cui quella che prevedeva la pulizia di quei fondali, oltre all’organizzazione di due convegni), e che continua un viaggio, lungo tutte le coste italiane, iniziato oltre 30 anni fa da un equipaggio che “lotta” contro abusivismo, cementificazione, fonti fossili, mala depurazione e rifiuti.
Un tema, il degrado che era apparso lungo quel tratto del Seno di Ponente nel corso di un reportage di Quotidiano lo scorso febbraio, che aveva visto immediatamente intervenire l’Authority e la Capitaneria di porto, tant’è che due mesi dopo erano arrivati a Brindisi gli esperti del Nucleo operatori subacquei, di base a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), per fare inoltre chiarezza sul ritrovamento di 17 ancore che potrebbero essere presto recuperate.
Una mappatura del Nos aveva quindi permesso di portare alla luce un degrado marino fatto da un numero indefinito di pneumatici (adagiati da lunghissimi anni sui fondali a ridosso della banchina e ben visibili nel corso di una bassa marea) insieme a diverse imbarcazioni, alcune affondate e sepolte ad un pelo d’acqua e ad altre che invece affiorano lungo gli ormeggi del lungomare Vespucci.

La bonifica

Il degrado delle acque interne al porto e dei suoi fondali attraversa una storia costata milioni di euro per cercare di disinquinare il Seno di Ponente anche dai metalli pesanti, una superficie di circa 300.000 mq. Un lavoro lungo quei fondali, nato anche per accertare la presenza di possibili ordigni bellici, ma non c’è alcuna traccia di bombe risalenti alla Seconda guerra mondiale. C’era altro, però, e la pulizia di ieri mattina ha confermato quanto già si sapeva: una vera discarica di pneumatici abbandonati lungo tutta la banchina che accompagna il lungomare Vespucci. Con zone, tra cui quella di fronte al Castello Svevo e al Comando della marina militare, dove i vecchi copertoni d’auto abbondavano a dismisura da chissà quanti anni, a pochi passi anche dalle imbarcazioni della Lega Navale.
Prezioso, quindi, è stato ieri mattina il lavoro di recupero fatto da sub e volontari di “The big wave diving centers”, di Brindisi, di “Youth4Planet” di Legambiente Puglia e della Guardia costiera anche nella zona dove sono state trovate due ancore in metallo. “Tutto si è svolto secondo quanto prevedeva il programma “recupero rifiuti” - ha fatto sapere in merito il comandante della Capitaneria di porto di Brindisi, Luigi Amitrano -.

Tutto il materiale raccolto è stato messo in alcuni contenitori di plastica e poi consegnato a degli addetti di una società di smaltimento per finire in discarica”.

Le ancore

Ora si rimane in attesa del recupero delle 17 ancore dopo la relazione fatta dal Nos su 2 reperti in ferro di tipo Hall databili tra la Prima e la Seconda guerra mondiale e di 15 in granito di tipo Ammiragliato (appartenenti in passato alla struttura del Collegio Navale “Tommaseo”. La decisione spetta alla Soprintendenza nazionale per il Patrimonio culturale e subacqueo di Taranto.

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