Il Tribunale amministrativo regionale di Lecce ha accolto ieri la richiesta di sospensiva, chiesta dall’associazione “Vivere civilmente in centro”, dell’ordinanza sulla movida del Comune di Brindisi, che ora dovrà per forza ripensare alla propria strategia. L’udienza del merito, infatti, è stata fissata per il 14 settembre, oltre i tempi di durata dell’ordinanza stessa (l’11 settembre).
Le motivazioni del giudice
Nelle motivazioni del provvedimento del giudice amministrativo, in particolare, si dice che “appaiono condivisibili le principali censure formulate nel ricorso”, con particolare riferimento all’applicazione della normativa.
Attività che possono incidere negativamente sulla salute, secondo il Tar, in maniera superiore a quella delle attività sporadiche a cui si accennava, “non essendo stato fissato alcun limite massimo e non essendo stato valutato (tra l’altro), nella specie, l’effetto cumulativo delle emissioni sonore prodotte contestualmente dai numerosi esercizi pubblici e locali commerciali con attività all’aperto ubicati nel centro urbano cittadino di Brindisi”. Motivi di “estrema gravità ed urgenza” tali “da non consentire dilazione neppure sino alla data della prossima Camera di Consiglio della Sezione”, ovvero il 14 settembre. L’associazione, che raggruppa alcuni dei residenti nel quartiere che costituisce il cuore pulsante del capoluogo, si è detta soddisfatta per l’accoglimento delle proprie domande, che invece non ritiene siano state prese in considerazione da palazzo di città.
La palla passa nuovamente al Comune
Al Comune, quindi, rimangono due strade: tornare allo status quo prima dell’ordinanza, con mezzanotte come limite orario, oppure riformularla in maniera tale che lo sforamento sino all’1 sia previsto solo in determinate giornate. L’ordinanza oggetto di sospensiva era stata emanata lo scorso 6 luglio: il sindaco aveva spiegato, in una conferenza stampa, di aver cercato una sorta di punto di equilibrio tra le richieste dei residenti e quelle dei commercianti. L’idea di fondo, quella di far fede ai termini concordati in Prefettura, nelle scorse settimane, dai primi cittadini del Brindisino, in cui si prevedeva la deroga per le emissioni sonore sino all’una nel centro storico e sino alle 2 sul litorale.
Tra le novità introdotte dall’ordinanza brindisina quella che i proprietari dei locali avrebbero dovuto “predisporre a proprie spese un servizio di controllo e assistenza alla clientela che abbia il compito di garantire il monitoraggio delle emissioni sonore catalogate, nel contesto specifico e nella situazione data, come disturbo della quiete pubblica (schiamazzi, rumori molesti, volume della musica, ecc.) secondo la fattispecie prevista dal Codice Penale e, più in generale, del rispetto del decoro urbano tramite adeguato personale di security in possesso dei requisiti di legge”.
Requisiti che, però, non hanno soddisfatto i residenti del centro, che come visto hanno scelto la via della giustizia amministrativa. Soddisfazione, per l’esito del ricorso, è stata espressa dal comitato dei residenti: «Il Tar ha ritenuto legittime le nostre rimostranze. Abbiamo trovato nei giudici quell’ascolto che ci è stato negato dall’Amministrazione comunale».
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