L'allarme del primario: il taglio alla Nefrologia farà aumentare i dializzati

Un centro di emodialisi
Un centro di emodialisi
di Maurizio DISTANTE
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Sabato 11 Febbraio 2017, 14:46
Uno dei principi che animano il piano di riordino ospedaliero messo a punto dalla Regione Puglia e che a breve entrerà in vigore apportando significative novità nell’organizzazione dell’offerta sanitaria regionale è l’omogeneità territoriale, secondo le norme previste dalle leggi in materia. Le discussioni sul tema, come testimoniano le tante posizioni diverse assunte da molti degli attori politici, tecnici e istituzionali interessati all’argomento, non mancano e in questo contesto s’inquadrano le valutazioni offerte da Gianfranco Manisco, primario emerito di nefrologia dell’Asl di Brindisi, ex presidente della sezione Apulo-Lucana della Società Italiana di Nefrologia ed ex componente della commissione Hta per il tavolo di nefrologia dell’Ares Puglia, riguardo la prevista organizzazione della rete nefrologica pugliese, una delle prime e meglio organizzate d’Italia, secondo il luminare.

Manisco ha messo in evidenza come l’Asl di Brindisi in particolare sia penalizzata per numero di posti letto di nefrologia a causa del taglio previsto di quelli presenti a oggi nell’ospedale Dario Camberlingo di Francavilla Fontana, rispetto a territori come quello di Foggia, dove si registra un surplus di posti riservati a nefrologia nelle varie strutture ospedaliere: la richiesta del primario emerito, quindi, è quella di conservare la nefrologia francavillese per garantire quell’omogeneità che, così come si presenta oggi il piano, non è garantita. Già l’anno scorso, Manisco aveva offerto ai politici e ai tecnici chiamati alla messa a punto della nuova struttura organizzativa del sistema sanitario, le sue perplessità, proponendo modifiche giudicate sostenibili e indirizzate a un riequilibrio dell’offerta su tutta la Puglia e stigmatizzando l’assenza di un documento di indirizzo cui ispirarsi per garantire un accesso alle cure nefrologiche omogeneo dal Gargano al Capo di Leuca.

«La rete nefrologica, come già da me segnalato in passato, continua ad apparire del tutto priva di criterio e, in particolare, di criteri di squisita natura tecnica. Non posso fare a meno di stigmatizzare l’incomprensibile e assordante silenzio della nuova commissione Hta che, a tutt’oggi, in maniera del tutto inspiegabile e per certi versi inquietante, non è riuscita a partorire un documento di indirizzo, privando l’atto di riprogrammazione sanitaria di un filo conduttore puramente tecnico, al di sopra delle parti nonché autorevole e quindi in grado di garantire assetti territoriali per la degenza ospedaliera nefrologica, così come in passato, permeati dei principi di equità, trasparenza e giustizia, che, purtroppo risultano totalmente disattesi nel piano sanitario varato».

Nelle sue considerazioni tecniche, il primario, che tra l’altro negli anni Ottanta ha proprio fondato il reparto di Nefrologia a Francavilla, ha riportato l’indice dei posti letto ogni mille abitanti relativo a tutte le Asl pugliesi: dall’analisi dei numeri emerge un’effettiva disparità di disponibilità tra le province pugliesi, coi territori di Brindisi e Taranto penalizzati, ad esempio, rispetto a quelli di Foggia e Lecce.
Partendo dal dato regionale, che vede 236 posti letto di nefrologia totali per poco più di 4 milioni di abitanti, uno ogni 17276, si può notare come nella sola Asl di Foggia l’indice si abbassi a un posto letto ogni 12617 abitanti; a Brindisi le cose peggiorano sensibilmente con un posto letto previsto ogni 19933 abitanti.
«Questa situazione mi spinge a chiedere di mettere in atto ogni utile tentativo allo scopo di preservare gli 8 posti letto di nefrologia attualmente funzionanti presso l’ospedale Camberlingo. Tale operazione può essere attuata o mediante un incremento del numero totale dei posti letto previsti dal piano, passando da 236 a 244, oppure mediante lo scorporo di 8 posti letto da quelli fortemente in esubero assegnati ai territori di Foggia che anche dopo lo scorporo risulterebbero ancora “in esubero”».

Se non si intervenisse in questa direzione, secondo Manisco, si andrebbe incontro a uno squilibro dell’offerta di cure nefrologiche che metterebbe in crisi l’utenza brindisina, costringendo i malati a emigrare verso il foggiano, con strutture molto più equipaggiate delle nostre allo scopo, o ad affidarsi a reparti generici non preparati all’assistenza di pazienti con patologie nefrologiche, pesantemente in aumento in questi anni. «Il risultato finale di tutto ciò – conclude - sarà rappresentato da una significativa riduzione delle attività di prevenzione delle nefropatie, in particolare quella secondaria e terziaria, con gravi conseguenze sulla salute dei cittadini nefropatici che pagheranno un altissimo prezzo in termini di decessi e di velocità di arrivo nelle sale dialisi. Il numero di nuovi ingressi in dialisi sarà insostenibile perché gran parte di essi avverrà più precocemente e, nel medio e lungo periodo, il tutto si tradurrà inevitabilmente in un forte aumento della spesa sanitaria nell’ambito dell’assistenza nefrodialitica».
L’allarme lanciato da Manisco, quindi, si rivolge anche al futuro della nostra terra: tutti gli indici d’incidenza delle patologie nefrologiche, diabete su tutte, sono in aumento e l’innalzamento dell’età media della popolazione impone un’attenzione particolare nella cura e nello studio di ricerca utile a contrastare queste malattie. La distribuzione dei posti letto, quindi, non si dovrebbe inquadrare in base alla sola logica dell’attuale ma in una visione prospettica che tiene conto del fatto che il piano che sta per entrare in vigore rappresenta il futuro del sistema sanitario regionale pugliese.
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