Brindisi, inchiesta su lavori e forniture alla Marina: in 19 rischiano il processo

Brindisi, inchiesta su lavori e forniture alla Marina: in 19 rischiano il processo
di Erasmo MARINAZZO
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Martedì 20 Febbraio 2024, 21:29

Lavori e forniture alla Marina militare di Brindisi, via all’udienza preliminare per stabilire se e chi mandare a processo fra 17 persone fisiche e due società, tutti dell’area jonica-salentina. Ieri la prima udienza davanti alla giudice del Tribunale di Brindisi, Barbara Nestore, per discutere sull’ammissione come parte civile della Marina militare con l’avvocatura dello Stato e sulla prescrizione di alcuni capi di imputazione. Prescrizione già avvenuta o dietro l’angolo, secondo il collegio difensivo, trattandosi di fatti risalenti al 2015 e contestati come turbativa d’asta, falsità ideologica, induzione indebita a dare utilità e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio. Le vicende al centro di questo iter giudiziario sono la fornitura di una spazzatrice industriale, lavori di adeguamento dell’impianto elettrico della piscina Parodo, ripristino delle condizioni di sicurezza della pavimentazione della sala conferenze del centro ricreativo dipendenti della Difesa, acquisto di materiale tipografico, acquisto di un convertitore statico e ricostruzione del quadro elettrico e infine acquisito di materiale di cancelleria. 

La prossima udienza

Si torna in aula il 19 marzo per le discussioni di accusa e difesa sull’ipotesi dell’inchiesta del pubblico ministero della Procura di Brindisi, Raffaele Casto: comunicazioni fra gli imprenditori interessati agli appalti e le forniture ed i militari nel ruolo di pubblici ufficiali incaricati di attuare le procedure. Contestata anche la corruzione per un treno di pneumatici da neve ed un box doccia di cui avrebbero beneficiato due militari. 
Una ricostruzione tutta ancora da dimostrare e sulla cui sussistenza arriverà il pronunciamento dell’udienza preliminare. Sono interessati a questo procedimento Giovanni Scudieri, 58 anni, di Taranto; Marcello Primitivo, 56 anni, di Fasano; Giuseppe Guadalupi, 49 anni, di Brindisi; Marcello Muscogiuri, 52 anni, di Brindisi; Angelo Stefanelli, 62 anni, di Specchia; Antonio Rossetti, 57 anni, di Locorotondo; Gianluca Toma, 47 anni, di Maglie; Cosimo Laguercia, 55 anni, di Brindisi; Cataldo Nardelli, 61 anni, di Martina Franca; Giovanni Graniglia, 65 anni, di Taranto; Salvatore Grieco, 62 anni, di Taranto; Vincenzo Romano, 76 anni, di Brindisi; Cosimo Nigro, 75 anni, di Brindisi; Cosimo Candida, 57 anni, di Taranto; Gianfranco Parise, 49 anni, di Taranto; Antonio Grimaldi, 52 anni, di Tricase; e Vincenzo Boccuni, 72 anni, di Grottaglie. Le due società coinvolte nel procedimento penale sono la Tl Technology di Taranto e la Nostro Giovanni di Brindisi.
Sono difesi dagli avvocati Massimo e Riccardo Manfreda, Marcello Zizzi, Antonio Andrisano, Francesco Cascione, Salvatore Carbone, Michele Vaira, Daniela D’Amuri, Rosanna Saracino, Adelaide Uva, Dario Budano, Ladislao Massari, Alfredo Fortunato, Antonio Summa, Nicola Marseglia, Francesco Fusco e Italo Francesco Campana.
Premessa la presunzione di non colpevolezza fino al pronunciamento dell’ultimo grado di giudizio, il sistema contestato dall’inchiesta penale è riportato in uno dei capi di imputazione di turbativa d’asta. Anche questo, come gli altri, tutto ancora da dimostrare in sede processuale: il fornitore della spazzatrice industriale sarebbe stato messo al corrente che la sua offerta non rispondesse alle specifiche tecniche richieste dal bando. Tanto sarebbe accaduto per la conoscenza personale fra il militare addetto alla gara e l’imprenditore.

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