L'idea di Quarta per le colonne romane: «Ricostruire quella crollata»

Una ricostruzione grafica delle due colonne entrambe ancora integre
Una ricostruzione grafica delle due colonne entrambe ancora integre
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Mercoledì 28 Febbraio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 29 Febbraio, 13:15

Periodicamente, nel dibattito pubblico di Brindisi, torna d’attualità la discussione sulla seconda colonna romana, crollata misteriosamente nel 1528 e poi donata alla città di Lecce 132 anni dopo.

Nessuna richiesta di restituzione

Stavolta, però, l’idea non è quella - pure proposta diverse volte - di chiederne la restituzione ai cugini leccesi. A lanciarla, nelle scorse ore, è stato il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Roberto Quarta, che parla di idea «di profondo significato storico e culturale per la nostra amata città». Una proposta che «mira non solo a ricucire una “sottrazione storica”, ma anche ad avviare un processo di rinascita culturale e simbolica per la nostra città». Stavolta dunque, come detto, non si parla di restituzione ma di ricostruzione.

Ricostruire il monumento originario

Quarta propone di creare «un tavolo di lavoro partecipato, un organismo temporaneo di studio e discussione che coinvolga attivamente storici, esperti in materia di patrimonio artistico, docenti di storia dell’arte, rappresentanti delle istituzioni locali, della Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio, nonché la comunità brindisina attraverso le sue realtà rappresentative associative. Il duplice obiettivo del tavolo di lavoro sarà, da un lato, di avviare una discussione approfondita sulla fattibilità della ricostituzione della seconda colonna romana, esaminando tutte le implicazioni tecniche, storiche, culturali e finanziarie». Parallelamente, bisognerà verificare l’accoglienza di questa idea da parte dei brindisini, «ascoltando le voci, le considerazioni e le valutazioni dei cittadini in merito al progetto. Ritengo sia fondamentale coinvolgere la cittadinanza in questa fase iniziale, poiché il progetto della seconda colonna è prima ancora che un atto di recupero patrimoniale, un simbolo forte della nostra identità e delle nostre aspirazioni future. Il tavolo di lavoro sarà quindi incaricato di organizzare incontri pubblici, dibattiti, sondaggi e ogni altra iniziativa intesa a raccogliere il più ampio consenso e partecipazione attorno all’idea della ricostituzione della colonna. Inoltre, considerata la rilevanza del progetto e le sue potenziali ricadute sul piano culturale, turistico ed economico, sarà necessario esplorare la possibilità di coinvolgere partner privati, comprese le multinazionali presenti sul nostro territorio».

Ritorno d'immagine

Un approccio, sottolinea Quarta, che «guarda a un modello di sinergia pubblico-privato che possa garantire le risorse necessarie alla realizzazione del progetto, nel rispetto del patrimonio storico e culturale della città di Brindisi. Si tratta di un’ambiziosa visione per il futuro che mira a restituire all’intera città la sua originale identità. Un progetto con il potenziale di trasformarsi in catalizzatore di rinnovamento e sviluppo, influenzando positivamente l’immagine di Brindisi, sia a livello nazionale che internazionale». Ricostruire la colonna crollata, sostiene infatti il consigliere comunale, «significa prima di tutto riaffermare il ruolo storico di Brindisi come punto di congiunzione tra Oriente e Occidente, rinvigorire il legame con la Via Appia e recuperare la primazia di Brindisi nel contesto delle rotte mediterranee. La presenza di entrambe le colonne romane avrebbe il significato di ricostituire l’indivisibilità, non solo teorica, un’opera architettonica che per secoli ha definito l’identità di questa città, fungendo da emblema di civiltà e di scambio culturale». Questo, per Quarta, offrirebbe anche opportunità per attività educative, ricreative e turistiche, stimolando la creazione di eventi culturali come mostre e festival e dunque «contribuendo a vivacizzare l’economia del territorio».

Anche dal punto di vista turistico. Insomma, conclude, «un’opportunità unica di riscatto culturale e di rinascita».

I dubbi del sindaco

Una proposta rispetto alla quale, a prescindere da quelli che potrebbero essere gli esiti dei confronti con gli esperti del settore, il sindaco Giuseppe Marchionna non sembra particolarmente convinto. «Perché - si chiede - ricostruire una colonna falsa e cambiare, in questo modo, lo skyline?».

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