Alla Fiera del Libro “Gli irredenti” di Avonto

Alla Fiera del Libro “Gli irredenti” di Avonto
di Mimmo TARDIO
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Sabato 27 Agosto 2022, 13:27 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 23:33

BRINDISI - Una delle positive caratteristiche che i libri di gran qualità possiedono è soprattutto il loro essere, come si dice, “universali”. Nel senso che, al di là della collocazione territoriale nella quale si situa una storia ognuno potrebbe vedervi la propria città, il suo paese. E’ quel che accade con questa bella opera prima di Marco Avonto “Gli irredenti-Una cruda vicenda di periferia”, edito da Morellini. E’ ambientato nella provincia piemontese ma chi vive a Mesagne, Brindisi o Francavilla Fontana o altrove, per dire della nostra terra, troverebbe intatti tutti quei guasti simulacri della nostra “civiltà”, i suoi modi d’essere sottilmente o profondamente violenti, i personaggi che si agitano scomposti e instabili nel tremolante palcoscenico della storia dei nostri luoghi. Anzi, soprattutto in quei non-luoghi cari a Marc Augè, quali salette per scommettere, ipermercati e posti delle città nei quali l’imperativo primo è non incontrarsi, non avere relazioni con gli altri; se non quelle nelle quali lo scambio è biecamente strumentale, fatto tra chi desidera e chi guadagna. Insomma un mondo profondamente malato. La storia è cruda e realistica, ambientata a Borgo Alamo nel 1997 e nasce dalla morte violenta di un ragazzino con problemi mentali che ha visto il figlio de sindaco alle prese con un rapporto omosessuale. Per questo viene ammazzato da Tommaso Pastore, “il Bue”, il padre prova a scagionarlo, non vi riesce e così questo ragazzone figlio della violenta provincia piemontese, emblema di ogni luogo di provincia italiana, si fa vent’anni di galera. E mentre giace in cella in quel borgo si consumano altre violenze legate alla droga e alla ludopatia. E così, senza spoilerare alcunche, accade quel che pare impossibile: il ragazzo esce dalla galera ed incontra altre disperazioni e come insegnano i grandi ascrittori russi, anche una insperata occasione di redenzione. «Ha pagato, o almeno sente di averlo fatto.

Forse, almeno in parte. È stato dentro per vent’anni, dannazione! Non può riportare in vita il ragazzo ma… una vita per una vita, non si dice così?».

L'autore

Marco Avonto ha appena vinto un premio importante, quello per l’opera prima del Festivl Giallo al centro e sarà presente alle ore 20 di questa sera (ore 20) a Brindisi, presso Palazzo Virgilio alla prima Fiera del Libro di Brindisi “La Città della Letteratura” per presentare questo suo giallo avvincente e ben scritto. Nasce a Torino nel 1975, vive a Milano dove lavora nel settore finanziario, ha seguito corsi di scrittura e collaborato al blog “Penne libere”. E non è affatto un caso, almeno per chi legge questo suo giallo che egli dichiari d’essere un “ appassionato americanista” e “tra gli autori a cui si ispira cita Philip Roth, William Faulkner, Raymond Carver, John Cheever, Joyce Carol Oates, Donald Ray Pollock, Jay McInerney e Bret Easton. Di questi straordinari scrittori porta in dote quel realismo ruvido e sincero, una lingua che è essa stessa calco della vita e degli accadimenti, senza alcun svolazzo barocco o retorico. La storia infatti possiede quella pregevole qualità che proprio gli americani, figli straordinari della letteratura cinematografica, porta sempre il lettore o spettatore a chiedersi con avidità. “e ora che succede, come va avanti lastoria?”. Un giallo che sta anche stretto nel genere che gli si concede, votato com’è ad essere un affresci impietoso, doloroso ed inquietante dei nostri tempi. Quantunque ambientato sul finire del secondo millennio, quanta di quella disperazione, in questo drammatico terzo decennio del nuovo millennio, ci stiamo portando sul groppone del nostro futuro? 

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