Esposto già depositato in Procura: aperto un fascicolo sulla foto della caposala in obitorio. Ma chi ha scattato le immagini?

Interrogativo al centro dell’indagine interna avviata in queste ore dagli organi di disciplina dell’Asl di Brindisi, per valutare il coinvolgimento anche di altre persone

Esposto già depositato in Procura: aperto un fascicolo sulla foto della caposala in obitorio. Ma chi ha scattato le immagini?
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Giovedì 19 Ottobre 2023, 07:21 - Ultimo aggiornamento: 18:27

È stato depositato presso la Procura della Repubblica di Brindisi l’esposto da parte dell’Asl relativo alle foto pubblicate sui social dalla coordinatrice del servizio di Anatomia Patologica del Perrino di Brindisi, mentre ricuce il cadavere di un uomo, sottoposto poco prima ad un’autopsia. Il direttore generale dell’Asl Maurizio De Nuccio aveva lunedì annunciato la linea seguita dalla stessa azienda sanitaria sul caso, e nelle ultime ore, ha dato seguito depositando la documentazione sulla vicenda. La ragione di questa scelta da parte dell’Asl di Brindisi è quella di far valutare alla Procura della Repubblica eventuali fattispecie di reato relativi al comportamento della propria dipendente. 


Questo potrebbe aprire ad altri scenari, seppur non nell’immediato. Parallelamente a questa iniziativa tanto l’ufficio procedimenti disciplinari dell’Asl quanto l’Ordine dei Tsrm e Pstrp (tecnici sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Tecniche, della Prevenzione e Riabilitazione) sta procedendo all’acquisizione della documentazione sul caso. Anche in questo caso non si escludono provvedimenti di altra natura, non necessariamente penali. La professionista, originaria di Ostuni, al momento, in attesa di un eventualmente provvedimento disciplinare, continua a prestare servizio all’interno del laboratorio, così come è avvenuto nei giorni successivi di questa settimana dopo il caso. 

Chi ha scattato le immagini?


Ma c’è un altro fronte attenzionato in questi giorni, all’interno di una vicenda che risale ad oltre cinque mesi fa, tra la fine di aprile e l’inizio di maggio: chi ha scattato quelle immagini?. Si tratta di un selfie, di uno scatto effettuato in maniera autonoma, o qualcuno presente in quei momenti ha ripreso la scena della coordinatrice del servizio di Anatomia, poi divenuta una storia ed un post sui social?. Interrogativi al centro dell’indagine interna avviata in queste ore dagli organi di disciplina dell’Asl di Brindisi, per valutare il coinvolgimento anche di altre persone. Se queste ipotesi fossero confermate potrebbe trattarsi di personale dello stesso reparto. La posizione più delicata resta quella della professionista, per la quale non si escludono sanzioni che potrebbero riguardare anche il suo rapporto di lavoro. 
Quello che è stato escluso in questa prima fase di accertamenti e che non ci sarebbe stato un esercizio abusivo della professione sanitaria, su quelle che sono le particolari attività riprese nella foto. La professionista infatti, come ha spiegato l’Ordine è in possesso delle competenze necessarie per eseguire la sutura su cadaveri. Ordine che si è subito dissociato, però dalla pubblicazione sui social delle foto apparse sul web. 
Una vicenda vagliata su più fronti ed emersa a quasi cinque mesi di distanza dalla pubblicazione sui social. Scatti che dovrebbero essere almeno due tra post e “storie” istantanea: il contesto appare simile in entrambi i casi. La professionista inquadrata con in mano un filo, come se fosse una sarta e lì sul tavolo in una stanza del servizio di Anatomia ed istologia patologica dell’ospedale Perrino di Brindisi è il cadavere di un uomo da ricucire, in quanto poco prima era stato sottoposto ad autopsia. 
Scena, degna forse di rappresentazioni cinematografiche, accompagnata da una frase in riferimento alla festa dei lavoratori: “Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e con la testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani, con la testa e con il cuore è un’artista. Buon primo maggio a tutti”. Un caso deontologico con il rischio di provvedimenti disciplinari, ma anche di possibili risvolti di altra natura dopo l’esposto in Procura presentato dall’Asl Brindisi.
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