Brindisi, cooperativa in odore di mafia. Caos servizi, vertice in Comune

Brindisi, cooperativa in odore di mafia. Caos servizi, vertice in Comune
Brindisi, cooperativa in odore di mafia. Caos servizi, vertice in Comune
di Lucia PEZZUTO
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 22 Dicembre 2021, 09:26 - Ultimo aggiornamento: 26 Dicembre, 15:00

Il futuro dei 50 dipendenti della Cooperativa Genesi appeso alla decisione della magistratura. A dieci giorni dalla fine dell'anno ancora non si sa quale fine faranno gli operatori della Cooperativa brindisina Genesi, una delle società riconducibili all'imprenditore messinese Giuseppe Busacca di recente coinvolto in una maxi inchiesta condotta dalla Divisione anticrimine della questura e del Servizio centrale anticrimine di Messina.
Busacca, stando alle accuse, avrebbe costruito un impero con le cooperative di assistenza ad anziani e disabili è accusato di aver investito soldi illeciti, provenienti dal clan mafioso dei Barcellonesi.

Le ditte dell'imprenditore sono state sottoposte a sequestro, tra queste anche Genesi che si occupa per conto del Comune di Brindisi del servizio Adi e Sad, ovvero l'assistenza domiciliare integrata, e del Polo Servizi Territoriale-Polifunzionale. Il primo, in particolare, è finalizzato a sostenere l'autonomia personale degli anziani non autosufficienti, bisognosi di assistenza e delle relative famiglie. Se così fosse il contratto con il Comune di Brindisi, in scadenza al 31 dicembre prossimo, non potrà essere rinnovato. Ieri mattina in una riunione con i Servizi Sociali del Comune si è discusso ampiamente sulla situazione. All'appuntamento erano presenti anche i rappresentanti sindacali che hanno cercato di avere ulteriori garanzie.

«Stipendi pagati buona notizia»

«Innanzitutto la buona notizia è che la Cooperativa ha pagato gli stipendi ai lavoratori - dice Antonio Macchia, segretario della Cgil - per il resto né il Comune e né la ditta pare abbia avuto comunicazioni dalla magistratura ed al momento non si sa cosa accadrà nei prossimi giorni. Tutto ciò che sappiamo sulla vicenda giudiziaria lo abbiamo appreso dalla stampa». Il dato certo è che i servizi sono in scadenza il 31 dicembre di questo mese, dunque tra pochi giorni. In attesa della nuova gara, tuttavia, sarebbero stati prorogati per qualche mese. Cosa che, alla luce del sequestro, non dovrebbe potere più accadere, in quanto tutte le cooperative e le società riconducibili a Busacca potrebbero essere già nelle prossime ore destinatarie, da parte della Prefettura, dell'interdittiva antimafia.

I 50 dipendenti della ditta brindisina rischiano, quindi, di restare a casa. Ma la Cgil avanza una proposta. «Noi crediamo che sia arrivato il momento di passare ad una gestione interna di questi servizi - dice Macchia-  sarebbe una pluralità virtuosa. Potremmo risolvere così tanti problemi soprattutto quelli che si ripresentano ogni qualvolta c'è un cambio di appalto. Potremmo dare maggiori garanzie e ai lavoratori e agli utenti che usufruiscono di questi servizi essenziali».

Non è la prima volta che si parla di internalizzare. È accaduto già in altre occasioni.

«Per quanto riguarda l'Adi, assistenza domiciliare integrata- dice il segretario della CgiL- chiediamo la possibilità di interfacciarci con la Asl affinchè sia proprio quest'ultima a farsene carico. Mentre per il Sad potrebbe intervenire il Comune di Brindisi. Noi pensiamo anche ad una gestione mista dove ci sia l'amministrazione comunale e un privato ma per la quale il Comune sia il socio maggioritario. E' una sperimentazione gestionale che vale la pena tentare. Resta il fatto che se non arriva alcuna comunicazione il prossimo 31 dicembre si potrà procedere con la proroga tecnica».
Intanto questa mattina è in programma una riunione di Ambito durante la quale si entrerà nel merito dei bandi in scadenza e dove sarà possibile , come dice la Cgil, sostenere la causa dei dipendenti a maggiore tutela del loro posto di lavoro.
 

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