Chiedono il “riscatto” dopo il furto: 5 arresti

Chiedono il “riscatto” dopo il furto: 5 arresti
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Martedì 20 Febbraio 2018, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 19:12
Cavallo di ritorno ad una azienda edile, in quattro finiscono in manette più un altro brindisino già in carcere per l’aggravante del reato. Furto ed estorsione ai danni di un imprenditore edile brindisino, l’uomo sporge denuncia e la Squadra mobile arresta quattro persone. I fatti risalgono al 22 settembre scorso quando all’interno di una azienda edile che opera nel campo degli impianti termo-idraulici, vengono trafugati tre mezzi aziendali furgonati, attrezzature e materiale. Il titolare denuncia il furto alla polizia di Brindisi. Alcune ore dopo il furto lo stesso titolare riceve una telefonata anonima con una richiesta estorsiva. Gli interlocutori dall’altro capo del telefono chiedevano una ingente somma di denaro per la restituzione dei mezzi e del materiale. In caso di rifiuto la minaccia era che avrebbero distrutto con il fuoco il maltolto.
A quella telefonata ne sarebbero susseguite delle altre sino ad arrivare ad una sorta di accordo: 2mila e 500 euro la cifra per riavere indietro mezzi, materiale e attrezzatura. Concordato il prezzo gli estorsori hanno dato appuntamento alla vittima. Nel frattempo grazie alla denuncia dell’imprenditore, la Squadra Mobile ha attivato le indagini monitorando le telefonate e gli spostamenti della vittima sino al giorno dell’incontro concordato con gli estorsori. Era il 25 settembre quando l’imprenditore incontra uno di questi e consegna il denaro, l’uomo che intasca il denaro non fa in tempo ad allontanarsi che i poliziotti lo fermano e lo arrestano.
Si tratta di Jonathan Muolo, 25 anni di Brindisi. Il giovane, già conosciuto alle forze dell’ordine, viene tratto in arresto per l’ipotesi di reato di concorso in azione estorsiva consistente nella partecipazione ad un’ingiusta pretesa di danaro. Le indagini non si fermano e gli equipaggi della Squadra Mobile incaricati di perlustrare il territorio, con particolare riferimento ad alcuni luoghi ove spesso vengono abbandonati o temporaneamente nascosti i veicoli rubati, riescono autonomamente ad individuare e rinvenire due dei tre veicoli oggetto del furto ai danni della ditta brindisina di impianti termo-idraulici. Le attività investigative e di riscontro non si fermano con l’arresto di Muolo, in quanto era già chiaro, dagli elementi fino a quel momento raccolti, che il giovane non aveva potuto agire da solo. Infatti, nell’azione criminosa ai danni del titolare della ditta di termo-idraulica, risultano coinvolte altre quattro persone ieri raggiunte da un provvedimento di custodia cautelare.
 
In particolare, il provvedimento restrittivo della libertà personale emesso dal gip nei giorni scorsi prevede l’applicazione della misura degli arresti domiciliari a carico dei quattro complici e modifica il precedente provvedimento custodiale, aggravandolo nel titolo, nei confronti di Muolo al quale è ora contestato anche di aver commesso il fatto “in più persone riunite”.
Gli altri destinatari della misura cautelare sono: Vittorio Corsa, 23 anni di Brindisi, da ritenersi autore della prima telefonata minatoria alla vittima e persona alla quale Muolo avrebbe dovuto affidare il denaro ottenuto dall’azione estorsiva. Corsa sarebbe stato immortalato da telecamere quando effettuava, da una cabina pubblica,la chiamata minatoria; Seko Ajkunic, 34 anni, da ritenersi autore di altra telefonata anonima fatta alla vittima, Ajkunic sarebbe stato ripreso da telecamere quando effettuava detta chiamata da una cabina pubblica; Antonio Lagatta, 23 anni, da ritenersi coautore con Muolo nel disegno criminoso nonché colui che stabiliva l’importo delle somme da richiedere alle persone offese; Alessandro D’Errico, 42 anni di Brindisi, l’uomo che avrebbe accompagnato Muolo a un incontro con una delle vittime.
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