Fugge con il figlio in Kazakistan. Il padre: "Ridatemi il mio bimbo"

Fugge con il figlio in Kazakistan. Il padre: "Ridatemi il mio bimbo"
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Sabato 8 Aprile 2017, 18:20 - Ultimo aggiornamento: 19:37
BRINDISI - Vuole riabbracciare il proprio figlio di 3 anni un papà di Brindisi che non riesce ancora a riportarlo in Italia dal Kazakistan nonostante ci sia una sentenza di condanna a due anni di reclusione per sottrazione e trattenimento di minore all'estero, emessa dal Tribunale di Brindisi, nei confronti della madre, straniera. Per la donna è stata disposta anche la sospensione della potestà genitoriale. Il piccolo, però, si trova ancora in Kazakistan, dall'ottobre del 2015, quando la donna lo condusse via senza avvertire il marito, lasciando a casa solo una lettera di scuse. 

E' stata processata a Brindisi per averlo "condotto e trattenuto con sé nella città di Taraz presso l'abitazione della propria famiglia d'origine, contro la volontà del marito e di fatto impedendogli l'esercizio della responsabilità genitoriale". 

Il padre del bimbo ha avviato anche una battaglia giudiziaria in Kazakistan, per vedere riconosciuti i propri diritti. Nel febbraio 2016, su istanza della moglie, era stato istruito infatti, dianzi alla Corte di Taraz, un giudizio per separazione, con affido del minore.

Tale giudizio - riferisce il legale Pierluigi Morena -  previa dichiarazione di contumacia del sig. Bocci, si chiudeva in poche battute, con la separazione coniugale e affido del piccolo Adelio alla madre.

Nello scorso novembre questo studio, in cooperazione con studio corrispondente operante in Almaty, ha impugnando la sentenza resa dalla corte di Taraz per violazione del diritto di difesa di Bocci, quindi con recente provvedimento del dicembre 2016 il giudice ha annullato il giudizio, provvedimento confermato dalla corte di secondo grado con recente sentenza di ieri.
Verrà quindi celebrato altro giudizio innanzi alla Corte di Taraz, con udienza fissata per il giorno 10 aprile, che tratterà nel merito l'affidamento del minore, valutando anche gli aspetti contenuti nella sentenza penale italiana. Il papà attende ora con ansia e speranza che le decisioni dei giudici italiani possano essere recepite anche all'estero: "Chiediamo aiuto alle istituzioni italiane, al ministero della Giustizia, perché si attivino quanto prima - dichiarano i famigliari italiani del bimbo che ha la cittadinanza italiana - perché speriamo di poter riavere a casa Adelio quanto prima". 
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