Ammazzato per strada: ora si indaga sul gruppo in compagnia della vittima

Ammazzato per strada: ora si indaga sul gruppo in compagnia della vittima
di Erasmo MARINAZZO
3 Minuti di Lettura
Venerdì 17 Febbraio 2023, 10:38 - Ultimo aggiornamento: 10:39

In due davanti alla porta-finestra della casa di Torre Santa Susanna da dove è stato esploso il colpo di pistola rivelatosi fatale. Morto dopo circa 38 ore di degenza in Rianimazione Luca D'Errico, 31 anni, del posto. Ed in quella via Dei Mille desolata anche di giorno, ma disseminata di telecamere di impianti di videosorveglianza delle case lungo la strada e nella vicina via Balilla, c'erano anche altre persone. Alle tre di notte.

Le indagini


E su queste presenze si stanno concentrando le indagini dei pubblici ministero della Direzione distrettuale antimafia, Carmen Ruggiero, e di Paola Palumbo della Procura di Brindisi, condotte con i carabinieri del Nucleo investigativo, della compagnia di Francavilla Fontana e della stazione di Torre.
Tanto perché occorre accertare la fondatezza delle dichiarazioni rilasciate dall'omicida reoconfesso Salvatore Carluccio, 24 anni, del posto, nel corso dell'interrogatorio tenuto in caserma lunedì a poche ore dal ferimento di D'Errico con un colpo di pistola alla nuca e ribadite nelle dichiarazioni spontanee rilasciate al giudice per le indagini preliminari Vittorio Testi nell'interrogatorio di convalida dell'arresto in carcere alla presenza dell'avvocato difensore Fabio Falco.

L'incarico per l'autopsia


Lunedì pomeriggio, intanto, le indagini compiranno formalmente un passo in avanti con il conferimento dell'incarico al medico legale di effettuare l'autopsia.

E dunque, è prevedibile che i funerali di D'Errico si terranno nella giornata di martedì anche perché l'accertamento autoptico dovrebbe essere piuttosto rapido alla luce dell'abbondante documentazione clinica a disposizione della Procura e raccolta nel corso dell'intervento di chirurgia celebrale, della degenza nel reparto di Rianimazione dell'ospedale Antonio Perrino di Brindisi e dell'espianto degli organi voluto dalla famiglia ed autorizzato dall'autorità giudiziaria.


L'inchiesta acquisirà il parere scientifico sulla causa della morte di Luca D'Errico, restano da chiarire le circostanze. Se ne stanno occupando le indagini che hanno preso corpo nella stessa mattinata di lunedì scorso con le pattuglie dei carabinieri impegnate ad individuare gli impianti di videosorveglianza di via Dei Mille, nonché delle strade di ingresso e di uscita. Sono stati già acquisiti alcuni filmati, fra questi quello registrato dall'impianto tenuto in casa da Carluccio e collegato al monitor del televisore dove ha visto l'arrivo - ha raccontato anche questo - di un gruppo di persone con i volti coperti dai cappucci delle felpe. Ha sostenuto di avere temuto l'arrivo di un commando che avrebbe avuto solo un obiettivo: ammazzarlo. Il presunto movente, tuttavia, Carluccio non lo ha indicato, se non per dire di avere fatto la scelta di non mischiarsi con gruppi criminali.
Ha aggiunto invece, l'indagato, di essere stato consapevole che a Torre la sua vita valesse ben poco. Anche perché almeno 30 persone - altro dettaglio svelato agli inquirenti - avrebbero voluto ammazzarlo. Da qui la scelta di trasferirsi a Milano dove dice di essersi procurato la pistola Glock 9x21 che ha impugnato domenica notte davanti la posta di casa ed ha sparato ad altezza uomo. Nulla di certo, solo una ricostruzione da accertare, per questo le indagini proseguono.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA