Truffa con bonus, falsi crediti di imposta e lavori edili mai realizzati: arrestato l'amministratore dei supermercati della grande distribuzione

In carcere è finito Graziano Apruzzese, 46enne di Andria ma residente a Trani, amministratore di fatto delle società, che hanno sede ad Andria, Trani e Roma, coinvolte nella frode e attive nella grande distribuzione

Truffa con falsi crediti di imposta e lavori edili mai realizzati: un arresto e altri due indagati
Truffa con falsi crediti di imposta e lavori edili mai realizzati: un arresto e altri due indagati
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Venerdì 19 Gennaio 2024, 08:21 - Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 09:40

Una persona è stata arrestata e portata in carcere, e altre due sono state raggiunte da una misura di divieto provvisorio di esercizio dell'attività imprenditoriale: è il bilancio dell'operazione 'Cassetto distratto' eseguita dai militari della guardia di finanza del comando provinciale di Barletta.

Gli indagati avrebbero compensato crediti di imposta inesistenti e derivanti da lavori edili mai realizzati, abbattendo le imposte che avrebbero dovuto versare al fisco. Si tratta di due uomini e di una donna, operanti nel settore della grande distribuzione, accusati in concorso, e a vario titolo, di truffa e reati tributari e fallimentari.

Le indagini

Nell'ambito delle indagini, coordinate dalla procura di Trani, sono stati sequestrati beni, mobili e immobili, per un valore complessivo di oltre sei milioni di euro.

Secondo quanto accertato dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Barletta gli indagati avrebbero "strumentalizzato" le agevolazioni previste dai decreti 'Sisma bonus' e 'Bonus facciate', concesse dallo Stato per contenere gli effetti negativi connessi all'emergenza epidemiologica da coronavirus.

Le misure statali prevedevano la concessione a terzi dei credito di imposta. Gli indagati, invece, avrebbero ceduto crediti per lavori mai realizzati.

Una rete di prestanome, alcuni con precedenti penali, altri nullatenenti. Lavori edili mai eseguiti e dichiarati su particelle catastali appartenenti a soggetti ignari come una fondazione ecclesiastica di Roma, o su immobili di dimensioni troppo piccole, come il locale da 35 metri quadrati per ristrutturazioni da due milioni di euro. Sono alcuni dei dettagli emersi dalla conferenza stampa sull'operazione della guardia di finanza che ha fatto finire sotto indagine tre persone accusate, in concorso e a vario titolo, di truffa e reati tributari e fallimentari. In carcere è finito Graziano Apruzzese, 46enne di Andria ma residente a Trani, amministratore di fatto delle società, che hanno sede ad Andria, Trani e Roma, coinvolte nella frode e attive nella grande distribuzione.

Altre due persone sono state invece raggiunte dal divieto temporaneo di esercitare l'attività imprenditoriale: si tratta di una donna di 32 anni, che è rappresentante legale e amministratore unico di alcune delle società coinvolte, e della moglie del 46enne che è legale rappresentante e amministratrice di diritto di una delle srl coinvolte nell'inchiesta. Nell'ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani Ivan Barlafante, è ricostruita "la rete" messa su dagli indagati che "utilizzando dei prestanome hanno comunicato crediti all'Agenzia delle entrate per lavori edili mai eseguiti e su particelle immobiliari a loro non riconducibili, abbattendo le imposte che avrebbero dovuto versare", ha chiarito il tenente colonnello Enzo Quaranta, comandante della sezione tutela finanza pubblica del Nucleo di polizia economico finanziaria (Pef) della guardia di finanza di Barletta. Quaranta ha anche evidenziato che "usando crediti di imposta mai maturati, lo Stato non incassava più le imposte perché venivano compensate da crediti inesistenti".

Complessivamente sarebbero stati comunicati "crediti di imposta per 20 milioni di euro da persone risultate nullatenenti o con precedenti penali", ha sottolineato il tenente colonnello Giuseppe Bifero, comandante del nucleo Pef della finanza. Nell'ambito delle indagini sono stati sequestrati beni, tra cui una villa, un opificio, diverse unità immobiliari e conti correnti per un valore superiore ai sei milioni di euro. "L'operazione è la risposta all'impiego illecito di risorse che invece avrebbero dovuto riportare il Paese dopo la pandemia, a un livello di crescita e ripresa", ha concluso il colonnello Pierluca Cassano, comandante provinciale della guardia di finanza Bat.

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