Xylella avanza nella zona cuscinetto e punta a nord: scoperti altri 136 ulivi infetti

Xylella avanza nella zona cuscinetto e punta a nord: scoperti altri 136 ulivi infetti
di Maria Claudia MINERVA
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Mercoledì 14 Ottobre 2020, 14:01 - Ultimo aggiornamento: 16:18

Ci risiamo: si allarga il contagio, scoperte altre 136 piante d'olivo positive alla xylella fastidiosa, due delle quali in zona cuscinetto, ossia in un'area in cui bisognerà necessariamente abbattere nel raggio di 50 metri (in base al nuovo regolamento europeo che ad agosto ha abbassato il limite che prima era di 100 metri) tutte le piante presenti, indipendentemente dalla loro situazione sanitaria.


Ieri sul sito istituzionale Emergenza Xylella sono state pubblicate dieci comunicazioni Selge (numeri 274, 279, 286, 288, 295, 300, 305, 310, 312, 319) che certificano, appunto, il ritrovamento di 136 piante di olivo infette, di cui due nella zona cuscinetto, in agro di Monopoli. Si tratta di piante distanti e quindi considerabili entrambe nuovi focolai, che testimoniano come la xylella stia guadagnando sempre più terreno verso il Barese.

Invece il resto degli ulivi colpiti sono spalmati tutti in zona di contenimento, per la precisione nei comuni di Cisternino (24 piante infette), Fasano (25), Ostuni (72), Ceglie Messapica (8) e, nel tarantino, Martina Franca (5).

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Anche in zona di contenimento, purtroppo, in molti casi il ritrovamento di nuovi positivi è riconducibile a nuovi focolai. Secondo i ricercatori di Infoxylella «è evidente il consolidamento della presenza del batterio sia nella Piana degli ulivi monumentali che sull'altopiano: basti vedere come, mentre si assiste alla moltiplicazione dei focolai nella parte residuale dell'agro di Ostuni ancora monitorata (gran parte dell'agro, essendo in zona infetta, non lo è più), sia Cisternino che Fasano sono passati dai due focolai dello scorso anno ai 9 attuali, peraltro a monitoraggio ancora in corso». Sempre gli esperti fanno notare come «tra gli altri spicca un nuovo focolaio a Cisternino, con un cluster di ben 22 alberi infetti, come pure la comparsa in agro di Martina con un focolaio di 5 piante».


Nemmeno quindici giorni fa nel comune di Monopoli è stata scoperta una pianta infetta in zona indenne, che ora comporterà, oltre agli abbattimenti nei 50 metri, anche una nuova ridefinizione dei confini verso il nord della Puglia, ormai sempre più minacciato dalla pericolosa fitopatia che in pochi anni ha divorato l'olivicoltura del Salento. In questi giorni i proprietari dei terreni incriminati, dopo un incontro in Comune con i responsabili dell'Arif, hanno avviato - sindaco Annese in testa - una trattativa con la Regione nel tentativo di spuntare condizioni economiche più vantaggiose - considerato che i campi oltre agli ulivi ospitano anche altre coltivazioni che andrebbero comunque distrutte - rispetto a quelle proposte dalla Regione per l'abbattimento delle piante: da 90 a 170 euro a piante quale compenso come risarcimento del danno.


Nel frattempo, mentre il contagio avanza, si moltiplicano le polemiche che riguardano i fondi della calamità xylella 2016-17 già disponibili ma bloccati dalla burocrazia. Ieri dalle pagine del nostro giornale il direttore dell'Arif, Francesco Ferraro, ha, infatti, denunciato che nonostante le risorse - oltre 68 milioni di euro - siano già nelle mani dell'Agenzia regionale che dirige, su 102 Comuni ben 69 sono inadempienti, non avendo ancora completato le pratiche per ottenere il risarcimento della calamità xylella da distribuire agli olivicoltori che ne hanno diritto. Ferraro ha sostenuto di aver sollecitato più volte le amministrazioni comunali ma invano. Così ora anche gli imprenditori del settore sono sul piede di guerra, perché si sentono danneggiati e beffati da questa situazione che ha del paradossale.


«Prima il Governo poi la Regione e adesso i comuni - sottolinea Renato Congedi dell'omonina azienda olivicola -. Giustamente come dice il direttore dell'Arif, Ferraro le amministrazioni non hanno capito che il ritardo comporterà grosse difficoltà affinché l'agricoltura nel Salento possa rimettersi in carreggiata. Ormai non c'è più tempo da perdere, siamo continuamente umiliati, stanchi e sviliti».

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