«Non riaprite la discarica Martucci»: la protesta arriva a Bari

«Non riaprite la discarica Martucci»: la protesta arriva a Bari
di Domenico DI CARLO
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 1 Dicembre 2021, 05:40

Un bambino seduto per terra, da solo, di fronte a un manifesto riportante la scritta “Stop Martucci”. Tra le migliaia di foto, video e messaggi, resterà probabilmente questa l’istantanea più significativa della battaglia di un intero territorio per la chiusura di Discarica Martucci. Erano decine, ieri sera, i manifestanti davanti al teatro Kursaal di Bari, dove era prevista la presenza del presidente regionale Emiliano nell’ambito di una manifestazione sul clima. Emiliano non si è visto, ma la voce dei cittadini di Mola e Conversano gli sarà stata riportata forte e chiara, come l’immagine del bambino seduto e solitario, come un ottantenne, uno dei tanti, che ha sfidato vento e freddo per urlare queste poche parole: «Io, ormai, sono anziano, ma lo sto facendo per i miei figli e soprattutto per i miei nipoti. Chiudete quella benedetta discarica!».
Presenti le associazioni “Chiudiamo discarica Martucci” e “Stop Martucci”, ma non è né il momento né l’occasione per identificarsi e dividersi in team: il messaggio è unico. Arrivano i sindaci Colonna e Lovascio, che annunciano battaglia anche se il piano dovesse essere approvato in Consiglio con Martucci dentro, perché la battaglia, a quanto pare, non finirà con il Consiglio regionale.

Il 2 dicembre si discute il Piano regionale e si teme la riapertura


La notizia dell’anticipo della discussione del piano a domani 2 dicembre non è stata presa bene: la data prefissata era quella del 7 dicembre, ma proprio ieri, intorno a mezzogiorno, è stato ufficializzato che domani sarà il “Piano regionale day”, o forse il “Martucci day”, visto che l’unico asterisco sull’approvazione sembra proprio quello del sito posto al confine tra Conversano e Mola. In mattinata l’assessore regionale all’Ambiente Maraschio aveva demandato tutto al consiglio regionale: «Il piano è stato adottato e condiviso dal Governo regionale- spiegava la Maraschio- e tutti gli argomenti sono stati analizzati ed approfonditi direttamente su mia indicazione.

Gli approfondimenti sono iniziati dapprima di avviare i lavori del piano, anche per la necessità di conoscere la situazione di quel territorio, dando impulso anche alle attività di monitoraggio da parte dei comuni con finanziamenti regionali. La situazione è stata analizzata dai tecnici e rappresentata al Governo regionale. Successivamente è stata condivisa con i consiglieri in Commissione, al termine della quale è arrivato il parere favorevole: l’idea del piano, che sarà soggetta ad ulteriori valutazioni da parte dei consiglieri, è quella di valutare Martucci non come una vasca non coltivata, ma avviando, di fatto, la messa in sicurezza dei lotti che sono chiusi ma attualmente non messi in sicurezza. Io non ho mai negato le possibilità di ascolto, ma devo anche tenere conto delle risultanze dei tecnici regionali che mi riportano gli uffici. Ho chiesto ai consiglieri di valutare ed eventualmente proporre dei suggerimenti».

Wwf e Italia Nostra: si pensi a un piano integrato di bonifiche


Appuntamento a domani. Sull’approvazione del Piano regionale dei rifiuti sono intervenute, con una nota congiunta, anche le associazioni Legambiente, Wwf e Italia Nostra, che invitano a riflettere su quelli che sono i siti discussi: «Tenendo conto della previsione della riattivazione di discariche poste sotto sequestro o attualmente chiuse, è fondamentale prevedere, già nel piano allegato di bonifiche, un piano di intervento, messa in sicurezza, monitoraggio ante, durante e post di questi siti (vedi Conversano, Trani e Corigliano d’Otranto). Se si chiede ad un territorio un “sacrificio”, questo deve essere ben delineato nei modi e nei tempi e soprattutto nella tipologia del rifiuto da ospitare. Anche perché, lasciare ai Comuni la presentazione di un progetto è deleterio. Inoltre, deve essere ben specificata la tipologia di rifiuti da destinare, privilegiando inerti, ma soprattutto non autorizzando in tali discariche l’accoglimento di rifiuti provenienti da altre Regioni, come accaduto di recente con la Regione Lazio».
© RIPRODUZIONE RISERVATA - SEPA

© RIPRODUZIONE RISERVATA